Anche la Germania ha inchiodato, e ogni giorno se ne hanno conferme evidenti. L'indice PMI - propensione agli investimenti da parte delle aziende manifatturiere - a settembre è sceso a quota 50,3 dai 51,4 punti di agosto mentre gli economisti si aspettavano solo un lieve calo a 51,2 punti. Quello di settembre è il livello più basso degli ultimi 15 mesi.
E' il caso di ricordare - visto che le agenzie e i media più importanti non lo fanno - che il livello 50 è quello che separa, convenzionalmente, l'espansione (sopra i 50) dalla recessione.
Nell'eurozona lo stesso indice PMI "composito", comprendente sia le aziende manifatturiere sia quelle del comparto servizi, è sceso a settembre un po' meno (a 52,3 dai 52,5 di agosto), secondo le attese.
Ovvie le conseguenze immediate sull'andamento delle borse, che hanno punito soprattutto i titoli industriali (va ricordato ancora che il prezzo delle azioni dovrebbe incorporare le attese di profitto sull'andamento dei bilanci aziendali). Quindi sono finiti sotto i comparti cosiddetti ciclici - come quelli dell'auto, delle banche e dell'energia.
Il Dax di Francoforte è così sceso con i minimi odierni di quota 9630, sotto tutte le "linee di resistenza" che i poveri statistici applicati alle tendenze borsistiche provano quotidianamente a tracciare.
Fonte
Presto o tardi la campana suona a morto per tutti.
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