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26/09/2014

Trasferimento De Falco: l'ufficiale punta il dito su rigassificatore e Moby Prince

In un articolo del Corriere della Sera sul trasferimento punitivo dell'ufficiale De Falco, salito agli onori della cronaca per quel "Salga a bordo, cazzo!" rivolto a Schettino, vengono ipotizzati i motivi del suo allontanamento. E vengono rammentati anche il rigassificatore di Livorno e la vicenda Moby Prince.

Da oggi a Livorno ci sono molte persone che devono spiegare parecchie cose alla cittadinanza. Sul Corriere della Sera del 25 settembre è apparso un articolo sull'ufficiale della Capitaneria di Porto di Livorno, Gregorio De Falco, che si è levato qualche sassolino dalle scarpe dopo un trasferimento ad uffici amministrativi che sa di punizione. Proprio lui che la notte del naufragio della Concordia diresse le operazioni di soccorso dalla Capitaneria di Porto di Livorno e si rivolse con tono perentorio al comandante Schettino intimandogli di tornare a bordo.

In un passaggio dell'articolo in cui si elencano i motivi dei contrasti con l'ex comandante della Capitaneria di Porto, Ilarione dell'Anna, l'articolo tira fuori due faccende molto scomode per Livorno: il rigassificatore e la tragedia del Moby Prince. Ecco il passaggio.

Come quando, da comandante a Santa Margherita Ligure aveva proibito alle navi da crociera (quasi un tormento del destino) di ormeggiare nell’area protetta di Portofino contro tutto e contro tutti e si mise in contrasto con il comandante della Capitaneria di Genova, Marco Brusco, poi comandante generale del corpo durante la sciagura della Concordia. Qualcuno ricorda la convocazione al comando generale di Roma, quando De Falco pubblicamente s’espresse favorevolmente su una nuova inchiesta per chiarire la sciagura del Moby Prince. Altri rammentano la sua relazione negativa firmata a luglio sulla sicurezza a bordo del nuovo rigassificatore costruito a Livorno e la non convocazione alla seconda ispezione. «Lo fecero fuori anche quella volta», dice un commilitone con un sorriso amaro.

Non pensiamo ci sia da aggiungere altro se non che qualcuno debba dare delle spiegazioni. Anche perchè il comandante Ilarione Dell'Anna era già finito nel mirino del Comitato No Offshore che ne chiese le dimissioni dopo che si presentò in una conferenza stampa congiunta insieme a coloro che doveva controllare e autorizzare (Saipem e OLT).

Ora vediamo se questo articolo smuoverà oltre che un po' di coscienze, anche qualche autorità preposta.

Redazione 25 settembre 2014

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