Se la notizia venisse confermata così come oggi
viene diffusa dai media mainstream, la cosa getterebbe una luce
completamente diversa sulla versione che gli stessi mass media – e i
governi che ne hanno ispirato le veline – avevano diffuso un anno fa
sull’uso di armi chimiche in Siria. Il rapporto degli ispettori dell’Onu
dovette arrampicarsi sugli specchi per cercare di non smentire né
confermare la versione ufficiale della coalizione delle potenze del club
“Amici della Siria” (Usa, Turchia, Francia, Arabia Saudita, Qatar, Gran
Bretagna, Italia) che intendono rovesciare Assad.
Un anno fa, infatti, furono le forze armate siriane
ad essere accusate di aver usato armi chimiche contro le milizie
ribelli, tra i quali, come è noto, c’erano anche i jihadisti dell’Isis.
Ma indagini successive, tra le quali una memorabile controinchiesta di Robert Fisk, rivelarono che le armi chimiche erano state probabilmente utilizzate dai miliziani che combattono contro le autorità di Damasco.
Adesso si ripresenta il problema ed a finire sotto
accusa sono gli alleati di ieri contro Assad diventati i nemici di oggi
cioè l’Isis. E quando un soggetto passa dal campo degli amici a quello
dei nemici, lo stesso copione venne utilizzato più volte, anche se a
parti rovesciate.
Digerire questa contraddizione clamorosa nelle
veline ufficiali che vengono diffuse e diventano versione ufficiale,
appare decisamente difficile. A meno che non si sia disposti ad
accettare che la verità non sia ciò che accade veramente ma la sua
manipolazione ed il suo uso strumentale.
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