Il sistema, detto COBRA, è al momento
sotto esame degli ingegneri militari dell'esercito. Ermes Technologies,
eventuale beneficiaria della commessa, mette addirittura la notizia in
prima pagina (http://www.ermestechnologies.eu/)
Dalla notizia sorgono diverse domande.
La prima è sull'entità finanziaria della eventuale commessa, che sembra
proprio sfuggire ai tagli che invece toccano sanità, pensioni, stato
sociale. Troppo spesso infatti ci si focalizza sulle notizie che
diventano feticcio, come quella sugli F-35, per perdere di vista il
grande affare, per le aziende militari, rappresentato dalla cyberwar.
La seconda domanda è sulla destinazione
di queste tecnologie. Infatti, vista la scheda sul sito della stessa
compagnia israeliana iHLS, il sistema tecnologico sembra adatto a
territori come quello afgano.
Ma non dovevamo ritirarci
dall'Afghanistan? Oppure, in quali altri scenari si prevede di usare,
una volta acquistate, queste tecnologie? Sempre dal link precedente,
notiamo che ci sono delle limitazioni tecniche all'uso di COBRA. Ma non
sarebbe la prima volta che l'esercito italiano si fa acquirente di
tecnologie difettose, come accadde proprio per gli F-35. Anche per i
droni israeliani, quelli prodotti da iHLS, la vita è dura specie quando cadono per difetti di fabbricazione.
Eppure Israele sta sviluppando sistemi di controllo dei territori e delle cose, ad uso sia militare che di governo del territorio, di particolare efficienza.
Se (purtroppo) verranno acquistati in
Italia i fatti sono due: o ci toccheranno gli scarti di un progetto
fascista, oppure pagheremo tutto molto caro. Per un controllo del
territorio tecnologico e rigido assieme.
Redazione - 23 settembre 2014
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