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27/09/2014

Anche al cinema, il capitale non è mai “umano”


Il film di Paolo Virzì, “Il capitale umano”, è stato scelto come punta di diamante del cinema del Belpaese per le candidature agli Oscar 2015.

Come sottolineavamo in un precedente post, ormai basta poco per constatare l’ovvio: la putrescenza di questo rapporto sociale basato sullo sfruttamento è all’ordine del giorno, sui giornali, su Facebook (e dove sennò), in tv e, chiaramente, anche al cinema.

Pure un sinistro come Paolo Virzì, elettore del Partito Democratico, non può far altro che mostrare il disagio che pervade ognuno di noi in questo paese, riadattando una storia tratta da un romanzo americano. Un’ulteriore conferma del fatto che le varie polemiche seguite all’uscita nelle sale, come “rappresentazione falsata della Brianza” (luogo in cui si svolge la storia) o “decadenza italiana spinta all’estremo”, erano del tutto fuorvianti poiché il disagio, per parafrasare una vecchia pubblicità “e tutto intorno a te”.

Globale, come il capitale di cui parla il film.

Infatti, nella apparentemente tranquilla Brianza, vari intrecci e frequentazioni tra un piccolo imprenditore, un ricco uomo della finanza milanese e le rispettive famiglie, mostrano la reale brutalità di questa vita senza senso basata unicamente sull’accumulazione di denaro e di conseguenza sul furto di tempo necessario ad ottenere ciò: dalla brutta fine di un cameriere investito da un’auto, all’alienazione e depressione reciproca nel contesto delle relazioni familiari, passando per ricatti, opportunismi e isolamento sociale come “soluzione” alla cosiddetta devianza di uno dei protagonisti, il film rappresenta alla perfezione l’assurdità e il cinismo delle nostre vite.

Il moralismo imperante, il tradimento, il chiacchiericcio e il rumore (come ci ha già ricordato Jep Gambardella ne “La Grande Bellezza”) sono tutti elementi sui quali ognuno di noi tace omertosamente o, se va bene, aspetta il casus belli per denunciare e ricondurre ad una visione generale.

Ma cosa vorranno questi, si chiederà il lettore, che ancora insistono con simili tetri esempi per farcela “prendere male”? Beh, come direbbe Marzullo, ci facciamo una domanda e ci diamo una risposta: per noi anche due righe come queste sono un’occasione ulteriore per ribadire come sia necessario affermare l’importanza della curiosità e dell’entusiasmo per sopravvivere a tutto ciò, per rimanere a galla, almeno con la testa fuori dalla marea montante di disagio e depressione. Non si può pensare di “prendere tempo” ed evadere da una realtà sempre più presente e penetrante in ogni momento delle nostre vite, che lo si faccia attraverso l’uso di sostanze (altro elemento emblematico del film), come con l’illusione che non sia necessario discutere di ciò perché si vuole soltanto “stare tranquilli”. A questi modi di sviare il cinismo della quotidianità, a questi, apparentemente, umani istinti di sopravvivenza dal disagio rispondiamo che l’unico modo per non farsi asfaltare #passodopopasso è fare politica in base al tempo a propria disposizione. Che significa, parlando di risvolti pratici, non certo aderire passivamente ad un gruppo o pensare di incidere sul presente a colpi di tweet, ma che bisogna essere protagonisti individualmente e collettivamente, organizzandosi per cambiare il presente in funzione del futuro.

Lo stesso film di Virzì, la stessa realtà ce lo impongono con chiarezza: ormai anche i professoroni e i premi nobel dichiarano che è in atto una lotta di classe (di classe, non di ceti come direbbe Ilvo Diamanti) dall’alto verso il basso; quindi o scegliamo di accontentarci del presente per rinunciare al futuro, oppure rinunciamo a questa finta tranquillità del presente per poter aprire la possibilità di un futuro diverso.

Una società del domani che sia organizzata non in base alle esigenze del profitto, che alimentano il disagio, lo sfruttamento e continue e nuove malattie autoimmuni, ma sui bisogni che solo un’umanità nuova (nel giro di qualche generazione) potrà definire. Ma per fare questo servirà tempo e se non cominciamo ad organizzarci subito in tal senso, ognuno secondo i propri minuti liberi, sarà dura agire in autonomia e non farsi dettare l’agenda da un nemico sempre più mobile ed abile a livello di propaganda. Nel mentre vi suggeriamo, se non lo avete ancora fatto, di vedervi “Il capitale umano”: ora anche Repubblica lo distribuisce in dvd, noi ovviamente vi consigliamo di scaricarlo gratuitamente in fullHD.

Perché sarà un torrent che li seppellirà (se sapremo installare i programmi giusti!).

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