Quindi, andando nel concreto, se in
tutti i talk-show e telegiornali si presenta in maniera caricaturale sul
palcoscenico il personaggio del "sindacato che dice sempre no", poi
succede che Cgil-Cisl-Uil hanno sempre un buon motivo per liberarsi di
quella presa in giro e di presentare le cosiddette loro "aperture", o
"disponibilità al dialogo", o "senso di responsabilità", e così via con
altre formulette patetiche di quel tipo. Lo fanno in automatico con la
giustificazione classica: "d'altronde non possiamo dire di no a
prescindere". Nessuno che gli ponga mai una domanda fin troppo banale,
ossia: perché no? Su un tema come l'Articolo 18 infatti, è fin troppo
chiaro che il sindacato deve dire di no a prescindere a
qualsiasi modifica peggiorativa per i lavoratori. Se non lo fa
sull'Articolo 18, su cosa mai lo dovrebbe fare?
Solo che loro hanno bisogno di essere
ammessi ai salotti buoni, e lì se dici di no a prescindere ti prendono
in giro. Poco importa se dire di no è giusto, lì conta altro, contano i
personaggi "cool". E dire di no a prescindere non è previsto sul
copione.
Succede così che Luigi Angeletti (segretario nazionale della Uil, ndr) si lascia andare a questa dichiarazione:
«Le forme di tutele che già ci sono, che sono oggi acquisite, non si
toccano. Se poi si vuole provare a introdurre nel Jobs Act un nuovo tipo
di contratto a tempo indeterminato con un sistema diverso sui
licenziamenti illegittimi che riguardi le persone oggi disoccupate e
possa, quindi, allargare la platea degli assunti, allora siamo disposti a
discuterne. Se si tratta di dare qualcosa a chi non ha nulla certo noi
siamo disposti a discutere sulla possibilità che quello che oggi dice
l'art.18 possa non esserci».
In sintesi: via libera allo smantellamento
dell'Articolo 18 per i nuovi assunti, basta che non si tocchi chi oggi
ha già un lavoro. La cosa, detta dal capo di uno dei tre maggiori
sindacati italiani, è agghiacciante. Ma invece passa quasi inosservata,
perché ormai per gli italiani il teatrino delle "aperture" è la
normalità.
Queste parole di Angeletti, anche a
livello tattico, aprono un varco enorme a Renzi (e soprattutto ad
Alfano...), che vede già la possibilità di spostare in avanti il "punto
di caduta" del suo piano. Ad Angeletti tra l'altro andrebbe fatto notare
che, oltre all'infame concetto di dividere in due il mondo del lavoro
tra attuali garantiti e futuri lavoratori eternamente sotto ricatto,
saranno "nuovi assunti" anche lavoratori che semplicemente cambieranno
lavoro, o che pur rimanendo nello stesso lavoro dovranno essere
riassunti magari per un cambio di ragione sociale (per fusioni
societarie, cessioni di rami d'azienda, ecc.) della propria ditta.
I
lavoratori che rimangono iscritti a questi "sindacati" purtroppo,
nonostante le alternative ci siano, sono ancora milioni. Triste,
incredibile, ma vero.
Redazione - 24 settembre 2014
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