Quando sono iniziati a circolare i nomi della Sciarra e della Sandulli per la Corte Costituzionale, amici del M5s mi hanno chiesto cosa ne pensassi e ne sapessi. Per Silvana Sciarra nessun problema: la conosco personalmente dagli anni settanta, quando era nell’istituto di diritto del Lavoro di Bari (la scuola di Gino Giugni) e ne ho sempre avuto un’ottima considerazione, sia come persona corretta e di giudizio indipendente, sia come giurista seria e con spiccate aperture internazionali (ricordo che organizzò un convegno sul piano Bullock, cui parteciparono diversi nomi di rilievo europeo). Quindi disponibilità su questo nome: non è vero che il M5s è il partito del no preconcetto. La Sandulli la conoscevo meno (giusto per aver visto qualche suo saggio), mi informai: giurista seria, membro del consiglio di Stato che aveva fatto sentenze un po’ conservatrici – dal mio punto di vista – ma assolutamente nulla di scandaloso e di cui tutti parlavano come una persona per bene. La cosa, lo confesso, mi stupì molto: un candidato di Forza Italia che è una persona tanto per bene? Possibile?!
Va bene, non è Hans Kelsen e nemmeno Eugenij Pasukanis, ma è una candidatura di cui si può discutere dignitosamente. Siccome nella vita occorre essere ottimisti e credere nella perfettibilità dell’uomo, la cosa sorprese tutti piacevolmente.
Ora la notizia bomba: Forza Italia non ha nessuna intenzione di votarla, perché nel 2005 firmò un appello contro la loro riforma della Giustizia (poi effettivamente dichiarata incostituzionale) e la Sandulli ha ritirato la sua candidatura.
Volevo ben dire che per Forza Italia era decisamente troppo una così! Diciamo la verità: man mano che ci si è allontanati dallo spirito della Costituente, i partiti hanno preso l’abitudine di mandare alla Corte non giuristi segnalati per il loro valore, ma propri missi dominici che devono difendere le ragioni dei loro committenti. Questo è vero da almeno 40 anni, ma sin qui, c’era almeno il pudore di non dirlo apertamente e si è fatto finta di scegliere i candidati sulla base del loro apprezzamento professionale e scientifico. Va bene: non ci credeva nessuno, ma almeno si facevano salve le apparenze. Oggi Forza Italia fa un passo avanti: dichiara apertamente che della qualità giuridica del candidato non può importargliene di meno e dice apertamente che non può votare come “suo” candidato chi fu contrario ad una sua legge. Lo stesso criterio dovrebbe valere per la Sciarra, che fu contraria a quella riforma, e che, dunque, non dovrebbe essere votata da Fi.
Invece no: la Sciarra è “in quota Pd” e quindi faccia quel che le pare, mentre l’altra è in quota Fi e deve fare quello che diciamo noi in nome della più bieca lottizzazione.
Ma la legge contro cui firmò la Sandulli poi è risultata effettivamente incostituzionale? Peggio! Noi vogliamo giudici pronti a farla passare comunque qualora potessimo rifarla. Questa è la logica dichiarata di Fi. Siamo all’indecenza e mi chiedo se questo comportamento non sia passibile di denuncia per oltraggio al comune senso del pudore.
Qualche mese fa, pubblicai su questo blog un pezzo che segnalava la scadenza delle nomine in Csm e Corte Costituzionale e proponevo di abbandonare il metodo lottizzatorio, per tornare a quello voluto dai Costituenti. Introdurre la trasparenza delle candidature e la discussione su una rosa di nomi proposti da tutti e sulla base di criteri stabiliti a monte. Il sito di Grillo riprese il mio pezzo e quel metodo è diventato la proposta del M5s. Mi sento di poter dire che avevamo visto lontano, come dimostra lo sgangherato andamento della vicenda in questi mesi: candidati di cui si appura l’ineleggibilità dopo l’elezione, decine di votazioni andate a vuoto, adesso questa imbarazzante uscita di Forza Italia... Non ne usciremo mai se non abbandoniamo il metodo lottizzatorio.
Difficile trovare la convergenza su candidati condivisi? Almeno proviamoci. Ad esempio, nelle prime votazioni il M5s propose alcuni candidati esplicitamente non appartenenti alle sue fila ed uno in particolare ottenne voti anche da altri gruppi parlamentari. Come si vede, qualche segnale incoraggiante c’è. La Sciarra potrebbe benissimo ottenere voti oltre il gruppo Pd, allora perché non proviamo anche con l’altra candidatura a perseguire la ricerca di ampie condivisioni?
Poi, però, occorrerà ritoccare la Costituzione su questo punto perché questo gioco dà troppo potere a partiti che, peraltro, sono completamente degenerati. Ma ne riparleremo.
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