Sembrerebbe a prima vista una cosa tecnica questa dei PIR (Piano Individuale di Risparmio)[1],
utile per i “nonnetti” che avendo paura di esser derubati in casa
mettono i risparmi di una vita al sicuro, invece no, proprio no.
Premettiamo che chi pesa davvero sul mercato del risparmio sono
statisticamente quel 10% delle famiglie che detengono il 50% del
patrimonio aggregato familiare italiano e non gli anziani anche se
comunque fanno corpo.
I PIR sono stati disciplinati
con l’ultima legge di stabilità e sono uno strumento di risparmio
defiscalizzato se fatto secondo i dettami delle norme che lo regolano.
Quindi il PIR unisce il mondo della finanza a partire
dall’intermediario che stipulerà il contratto con il risparmiatore e poi
il Governo che decide per lo Stato di defiscalizzare. La parola defiscalizzazione gioca un ruolo di specchietto per le allodole senza precedenti nel mondo del risparmio ma il livello di approfondimento che ci interessa è relativo a come
muta il rapporto tra finanza e Stato con un Governo che si prostra come
i precedenti al monetarismo europeo nella gestione dei rischi.
Si parte dalla Banca d’Italia che ha recentemente stimato sia il potenziale in valore del risparmio delle famiglie italiane che ammonta a migliaia di miliardi di euro (3.897,2 miliardi nel 2014) sia il fabbisogno di ricorso al credito delle PMI (Piccole e Medie Industrie per circa 250 miliardi). Si arriva alle banche le quali con la crisi non
concedono più affidamenti come una volta, a causa del rischio di non
esser rimborsati dovuto appunto all’andamento negativo dell’economia
nazionale. Il fabbisogno delle PMI è nettamente inferiore
quindi al potenziale di risparmio per cui si crea un’occasione
ghiottissima per il sistema bancario che approfitterà di questa scelta
politica indecente e significativa di un nulla politico al Governo.
Il
genio capitalista, in veste PD, ha partorito i PIR dove la banca invece
di fare l’istituto di credito fa l’intermediario a titolo oneroso
chiaramente con una percentuale commissionale nel periodo contrattuale
che può arrivare fino al 10%, le famiglie diventano coloro che impiegano
le proprie disponibilità finanziarie e le PMI vengono
finanziate secondo un criterio di scelta che dipende chiaramente da chi
gestisce il prodotto di risparmio secondo scelte guidate da una logica
che sfugge completamente sia alla politica che all’etica. Il Governo auspica una spinta produttiva utilizzando i depositi delle famiglie, da parte sua ci mette l’amabile scelta della defiscalizzazione a carico dello Stato.
Il genio ha architettato questo e se
nel periodo contrattuale i versamenti del risparmiatore non sono in
regola, magari dovuti ad un’impossibilità a guadagnare quanto
preventivato dal proprio lavoro visto che il sistema economico non è
proprio florido, decade la defiscalizzazione e l'eventuale
remunerazione viene tassata.
Il genio viene dall’oltre oceano dove i self direct plans
sono nati in una logica generale di retribuzioni e sistema
previdenziale statunitense completamente diverso dal nostro dove il
versamento mensile viene addirittura iscritto nella busta paga del
lavoratore, ma soprattutto si è generato in una fase espansiva
dell’economia.
Il Governo italiano
non ha inventato niente, ha solo spinto da una parte verso la creazione
di un’economia a favore degli intermediari finanziari che soffrono di
crisi dell’economia reale e di bolle finanziarie, dall’altra si è
ancora una volta disimpegnato da una vero e proprio ruolo nel fare
davvero qualcosa di importante e sensato per l’economia nazionale.
Un esempio sarebbe produrre delle politiche industriali innovative e
non corporative, ma dopotutto perché andare a turbare i rapporti di
forza della finanza? Inoltre un po’ d’ossigeno per un sistema bancario malato e decotto vista l’affermazione prossima di piattaforme peer to peer anche per contratti di mutuo (roba tipo questa, ma non è la sola a breve ne nasceranno molte altre riprodotte da grandi capitali con spirito innovativo).
Se la realtà si svilupperà secondo
queste premesse siamo di fronte ad un sistema in completa metamorfosi la
cui comprensione continua ad essere fondamentale per orientarsi
politicamente.
Jack RR
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