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01/08/2020

Berlino: polemiche per il ritiro delle truppe Usa dalla Germania

L'ascesa tedesca sull'agone internazionale è densa di contraddizioni. Lo conferma la mancanza di identità di vedute e strategie della classe politica del paese rispetto al parziale ritiro della presenza militare nel Paese.

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Che non fosse un atto di normale amministrazione lo si era compreso. Adesso diventa di pubblico dominio che il parziale ritiro delle truppe statunitensi dalla Germania, stia provocando forti polemiche e reazioni nel governo tedesco, basato sulla Grosse Koalition tra Unione cristiano-democratica (Cdu), Unione cristiano-sociale (Csu) e Partito socialdemocratico tedesco (SpD).

Ad aprire il fuoco è stato il capogruppo della SpD al Bundestag, Rolf Muetzenich, dichiarando che la cooperazione tra Germania e Stati Uniti in materia di armamenti andrebbe rivalutata in considerazione della riduzione del contingente militare Usa in territorio tedesco.

In un’intervista rilasciata al quotidiano “Suddeutsche Zeitung”, Muetzenich aveva accusato Trump di perseguire una politica di “arbitrarietà e pressione” con la sua decisione di ritirare le truppe statunitensi dalla Germania. Secondo il capogruppo della SpD al Bundestag, questa “non può essere la base per una cooperazione fondata sul partenariato”. In tale contesto, ha evidenziato Muetzenich, “anche la cooperazione in materia di armamenti” tra Germania e Stati Uniti “dovrà essere valutata sotto una nuova luce”.

L’agenzia Nova riferisce però che gli altri due partiti della coalizione – Cdu e Csu – hanno respinto le affermazioni dell’esponente della Spd, affermando che se le critiche a Trump sono giustificate, gli Stati Uniti rimangono il partner più importante per la Germania al di fuori dell’Europa.

Secondo Roderich Kiesewetter, deputato al Bundestag per la Cdu “per anni la Germania e l’Unione europea hanno beneficiato dei prodotti ad alta tecnologia dell’industria della difesa degli Usa” e “finora non esiste un sostituto adeguato e conveniente in Europa”, pertanto secondo l’esponente conservatore tedesco, “non vi è motivo di rinunciare alla cooperazione in materia di armamenti” tra Germania e Stati Uniti.

Gli esponenti conservatori tedeschi fanno riferimento ai 45 cacciabombardieri F/A-18, di cui 30 Super Hornet e 15 Growler, prodotti dall’azienda aerospaziale statunitense Boeing, che il ministero della Difesa tedesco acquisterà per sostituire parte dei 93 cacciabombardieri Tornado in dotazione alla Luftwaffe, realizzati dal consorzio europeo Panavia e ormai obsoleti.

Occorre dire che la stessa Germania, per bilanciare questa scelta che guarda alle forniture militari Usa, acquisterà anche 93 caccia europei multiruolo Eurofighter, che affiancheranno i 141 già in servizio.

Muetzenich (Spd) in passato si era pronunciato anche a favore all’allontanamento delle 20 bombe nucleari B-61 statunitensi collocate presso la base militare di Buechel, in Renania-Palatinato (in Italia, è bene ricordarlo sempre, ce ne sono 90 piazzate nelle basi militari di Aviano e Ghedi, ndr).

Anche altri dirigenti della Spd, come come Saskia Esken e Norbert Walter-Borjans, avevano appoggiato le posizioni di Muetzenich, ma su pressione del ministro degli Esteri Heiko Maas, (anche lui esponente della SpD) sia Walter-Borjans sia Muetzenich avevano dovuto fare marcia indietro.

La riduzione delle truppe statunitensi in Germania potrebbe avere ripercussioni anche in Italia. Secondo la rivista Limes, dei circa 11.900 militari in uscita dal territorio tedesco, 5.600 verranno ridistribuiti in altri paesi della Nato, mentre i restanti torneranno in Nordamerica.

La redistribuzione delle truppe Usa in Europa potrebbe vederne lo spostamento, oltre che in Polonia e in Belgio, anche in Italia. Un segnale fin troppo inequivocabile che gli Usa non intendono mollare la loro preda nel Mediterraneo e che ancora non considerano l’Italia un paese “sottratto” alla loro influenza.

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