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15/06/2021

La Nato gonfia i muscoli per la competizione globale

La Nato nel suo vertice di Bruxelles ha provato a gonfiare i muscoli e a parlare il linguaggio della competizione globale con Russia e Cina.

A ribadire una identità andata perduta nel tempo ci ha provato il segretario generale Jens Stoltemberg affermando che “I 30 Paesi attorno a questo tavolo sono tra le democrazie più forti del mondo, rappresentano quasi un miliardo di persone e metà dell’economia mondiale. Raccolgono oltre metà della forza militare mondiale: quando stiamo insieme, possiamo superare qualsiasi minaccia alla nostra sicurezza”.

È stato lo stesso Stoltenberg a sottolineare che questa è un’era di “grandi sfide”, citando la “competizione globale, il terrorismo, l’instabilità regionale, i cyber attacchi e il cambiamento climatico”, mettendo così sullo stesso piano problemi oggettivi e responsabilità soggettive ed elencando quelli che di fatto sono già oggi i teatri di sperimentazione delle “guerre ibride”.

“Voglio che l’Europa sappia che gli Stati Uniti ci sono. Come nella Seconda Guerra Mondiale”, ha affermato il presidente Usa Joe Biden a margine del summit di Bruxelles.

Biden, ha riaffermato che siamo in tempi di nuove sfide, come quella con la Russia “che non sta agendo in modo coerente con quanto avevamo sperato, e pure la Cina”.

Il vertice Nato di Bruxelles è stato ideato – nelle intenzioni del Segretario generale Stoltenberg e dalla nuova amministrazione americana – come una occasione di rilievo per riaffermare al massimo livello i legami transatlantici e l’unità e coesione dell’Alleanza, uscita piuttosto malconcia prima dal grande rifiuto degli europei nel 2008 di scatenare un conflitto contro la Russia sulla questione della Georgia (il conflitto su Abkazia e Ossezia, ndr), poi dalle picconate di Trump ed infine dalle spericolate manovre della Turchia di Erdogan, un autocrate che però la Nato tiene al di fuori e al riparo da ogni rimostranza contro il cosiddetto “dispotismo asiatico”.

In primo piano c’era la ridefinizione della funzione strategica dell’Alleanza indicata nel documento “Nato 2030”, ovvero sulla fase del processo di adattamento al nuovo contesto di sicurezza internazionale.

Il documento è funzionale al processo di revisione del concetto strategico della Nato (quello attuale risale al 2010 e risulta ampiamente superato dalle evoluzioni nelle relazioni internazionali), che dovrebbe arrivare a sintesi entro il vertice del prossimo anno a Madrid.

In pratica la Nato dovrebbe tornare ad essere “massa critica” sufficiente per affrontare la competizione globale con due giganti come Russia e Cina, con la differenza che questi due paesi appaiono oggi assai più integrati e collaborativi tra loro di quanto lo fossero durante la Guerra Fredda.

“La Cina sta cooperando militarmente con la Russia, anche attraverso la partecipazione ad esercitazioni russe nell’area euro-atlantica”, segnala il comunicato finale del vertice Nato.

Nello stesso comunicato i leader della Nato ribadiscono il loro “fermo impegno” nei confronti del Trattato di Washington, fondativo della Nato, compreso quanto enunciato nell’Articolo 5, secondo cui “un attacco contro un alleato è considerato un attacco contro tutti noi”.

I 30 Paesi dell’Alleanza “continueranno a perseguire un approccio a 360 gradi per proteggere e difendere la nostra sicurezza indivisibile e per adempiere ai tre compiti principali della Nato di sicurezza collettiva, di gestione delle crisi e di sicurezza cooperativa”.

Nel comunicato finale vengono inoltre segnalate come “le ambizioni dichiarate della Cina presentano sfide sistemiche all’ordine internazionale basato su regole e alle aree rilevanti per la sicurezza dell’Alleanza. Siamo preoccupati per quelle politiche coercitive che sono in contrasto con i valori fondamentali sanciti dal Trattato di Washington”.

In un altro passaggio il comunicato sottolinea come “le azioni aggressive della Russia costituiscono una minaccia alla sicurezza euro-atlantica; il terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni rimane una minaccia persistente per tutti noi”.

Infine il comunicato finale del vertice dei capi di Stato e di Governo dei Paesi Nato, è tornato sulle aree di crisi e conflitto a ridosso dei confini della Russia. “Ribadiamo il nostro sostegno all’integrità territoriale e alla sovranità di Ucraina, Georgia e Repubblica di Moldova all’interno dei loro confini internazionalmente riconosciuti”.

Fino ad arrivare alla richiesta alla Russia di ritirare le forze che ha di stanza in questi tre Paesi senza il loro consenso. “Condanniamo fermamente e non riconosceremo l’annessione illegale e illegittima della Crimea da parte della Russia e denunciamo la sua occupazione temporanea. Va posta fine alle violazioni dei diritti umani contro i tatari di Crimea e i membri di altre comunità locali”, si legge nel comunicato della Nato.

Insomma una straordinaria sensibilità agli uiguri in Cina e ai tatari in Crimea. Ovviamente nessuna citazione, attenzione o concessione per i diritti umani dei kurdi e dei palestinesi: Turchia e Israele sono alleati piuttosto dispotici e inquietanti, ma alleati strategici ai quali tutto viene perdonato.

È qualcosa di più di un insopportabile doppio standard, è il tentativo – disperato ma non per questo meno pericoloso – di ricreare un campo ideologico e giocarlo nella contrapposizione frontale tra occidente e “dispotismo asiatico”.

La competizione globale è ormai dichiarata. Il problema sono i tempi, le modalità e le possibilità di una prevedibile escalation, minacciosa e pericolosa per l’intera umanità. È bene saperlo.

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