È inaccettabile e ingiustificabile il trattamento carcerario a cui è sottoposto Cesare Battisti.
Si tratta di una persona che non ha più a che fare con la lotta armata da decenni. La formazione armata di cui faceva parte non esiste più da altrettanto tempo e non si capiscono le ragioni di sicurezza per cui sarebbe privato persino della luce del sole da più di nove mesi.
Tutti sanno che negli ultimi decenni Cesare Battisti ha vissuto scrivendo romanzi e che non vi è alcuna rete terroristica da cui tenerlo isolato.
Questo trattamento disumano costituisce una vendetta che contrasta con l’articolo 27 della nostra Costituzione e con l’articolo 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo che pare nel Palazzo e nei media pochi abbiano letto. Li ricordiamo a chi li ha dimenticati: “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”, “nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti”.
Il comportamento del DAP nei confronti di Battisti rafforza l’idea della fondatezza della scelta di Mitterrand di offrire asilo a chi fuggiva dal nostro paese.
Gli pseudo-garantisti che siedono in parlamento e al governo non hanno nulla da dire? Forse non essendo condannato per corruzione Battisti non merita le loro attenzioni?
Il silenzio delle forze politiche presenti in parlamento e del governo sulla vicenda del detenuto in isolamento Cesare Battisti è assordante anche più del grancassa mediatica con cui sono stati celebrati il suo arresto e la sua estradizione in Italia.
Quanto sta accadendo disonora la Repubblica Italiana e non ha nulla a che fare con la giustizia.
Cesare Battisti ha inviato dal carcere una lettera ai suoi figli in cui annuncia la sua decisione di andare avanti a oltranza con lo sciopero della fame fino all’esito estremo se non sarà data risposta alle sue richieste di una trattamento carcerario umano. In Italia secondo la Costituzione “non è ammessa la pena di morte”. Vale anche per Battisti?
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