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17/06/2021

Italia e Israele. Esercitazioni e collaborazioni. Militari...

C’è una via di uscita

Era il 2011 quando per la prima volta il BNC, la direzione palestinese del movimento internazionale di Boicottaggio Disinvestimenti e Sanzioni contro Israele, lanciò la campagna internazionale per l’embargo militare verso Israele.

In questi giorni l’Italia è coinvolta doppiamente con questo Stato in un addestramento di guerra che si svolge in cielo e mare italiani e che impegna piloti e velivoli di entrambi, che si stanno esercitando insieme nei pomeriggi, gli italiani con il ruolo dei “nemici”.

La notizia parte da The Times of Israel il 6 giugno: una nuova esercitazione militare in Italia congiunta con Israele. Piloti d’Italia, USA, Gran Bretagna, Israele, obiettivo l’Iran.

Rimbalza nei giorni seguenti su alcune testate più attente. Antonio Mazzeo su il manifesto, solleva anche il grave problema dell’uso distraente e distorsivo dei media in Italia. Sergio Cararo su Contropiano valuta questo addestramento congiunto “Vergognoso “. Peace Link ha già pubblicato, durante gli ultimi bombardamenti di Gaza, un articolo-appello per la revoca del Memorandum di cooperazione militare Italia-Israele.

La RAI? Il suo silenzio, un altro capitolo.

I primi giorni di giugno sono atterrati su suolo italiano sei dei ventisette F-35 israeliani, aerei da guerra reduci dal bombardamento della popolazione civile a Gaza, un’esercitazione che si protrae fino al 15 giugno. Lo scopo generale è ottimizzare l’integrazione tra aerei di quarta e di quinta generazione ed aumentare il livello di cooperazione nei settori logistico e di spedizione degli F-35, rafforzare l’interoperabilità delle forze aeree alleate e partner durante le operazioni congiunte.

Falcon Strike 21 (ndr: il nome dell’operazione) offre ai partecipanti l’opportunità di sviluppare capacità nella pianificazione e conduzione di operazioni aeree complesse, portando ad un livello avanzato di addestramento.”

Il partecipante israeliano dichiara pubblicamente di finalizzare l’operazione di addestramento alla preparazione per attaccare l’Iran.

È palese che queste esercitazioni violano l’Art. 11 della Costituzione. Non sono le prime, neanche con un attaccante seriale [*] come Israele, ma questa volta non solo si svolgono al rientro da una delle sue missioni di morte, ma addirittura questo ha come obiettivo esplicito il prepararsi ad aggredire un altro Stato, che non ha assalito l’Italia né la NATO, né ha comunicato intenzioni di farlo.

Di esercitazione in esercitazione e di collaborazione in collaborazione militare con uno Stato in guerra, quale è Israele, l’Italia scivola sempre più vistosamente fuori della legalità, sicuramente della propria e, collaborando con un Paese richiamato più volte per l’illegalità dei suoi comportamenti, anche fuori della legalità internazionale.

Le aggressioni ed i comportamenti messi in atto da Israele a Gerusalemme Est e nel resto della Cisgiordania, a Gaza e nei confini dello Stato stesso, tra la seconda metà di aprile e il 21 maggio, sono sotto indagine internazionale.

Come siamo arrivati ad invischiarci così con Israele?

Nota Cararo: “l’Italia formalmente si dice impegnata nel ripristinare l’accordo 5+2 sul nucleare iraniano e quindi alla distensione. Ma come si fa ad essere credibili come negoziatori quando si fanno addestrare sul proprio territorio gli aerei che dovrebbero attaccare l’Iran?”

L’osservazione sembra ricalcare quella del senatore Marino (Comunisti italiani) al dibattito per la ratifica del Memorandum d’intesa Italia-Israele per la cooperazione militare del 2003, poi approvato con la legge 94 del 17 maggio 2005. “Se il nostro Paese intende svolgere un ruolo di mediazione (considerato che l’Italia che si affaccia sul Mediterraneo cerca di mantenere una politica di buon vicinato con tutti questi Paesi), la ratifica di questo Memorandum rende squilibrata quella che da sempre è stata la nostra politica estera, che anzi viene purtroppo messa in forse da scelte dell’attuale Governo che noi ci sentiamo di respingere.”

Lettura interessante quella dei Resoconti stenografi delle assemblee di ratifica degli Accordi militari con Israele al Senato e alla Camera. Sembra che almeno alcuni parlamentari riuscissero a prevedere e temere quanto è poi successo e sta accadendo.

Interessante (ri)scoprire il voto contrario dell’attuale Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con Valdo Spini ed altri 137 deputati su 317 (4 gli astenuti).

Allora, il presidente del Consiglio era Berlusconi, XIV Legislatura, il Parlamento era chiamato a ratificare il berlusconiano Memorandum d’intesa con il Governo dello Stato d’Israele in materia di cooperazione nel settore militare e della difesa del 16 giugno 2003.

Quanto in quel dibattito ricordò la deputata Silvana Pisa, dev’essere richiamato anche oggi: il “codice di condotta europeo del 1998 sull’esportazione di armamenti (...) tra i criteri generali contenuti in premessa, richiama l’impegno di tutti i paesi, anche dell’Italia, a non commerciare in armamenti con paesi che non rispettino il diritto internazionale (vedi sentenza della Corte internazionale di giustizia, confermata dall’ONU), che presentino una situazione di tensione o di conflitto armato e che siano caratterizzati da situazioni di insicurezza e instabilità regionale.”

Oggi, inoltre, si vanno accumulando esplicite ed autorevoli accuse a Israele di aver instaurato un regime di apartheid e di aver praticato violazioni di diritti umani.

B’Tselem, nota OnG israeliana per l’informazione sui diritti umani nei Territori Occupati, titola il suo ultimo rapporto, pubblicato il 12 gennaio di questo anno, “Un regime di supremazia ebraica dal Giordano al Mediterraneo. Questa è apartheid”.

Ancora, lo “scorso venerdì 5 febbraio 2021 la Corte penale internazionale, con sede all’Aia, ha emesso una importante decisione in relazione alla situazione della Palestina, sotto ‘esame preliminare'” da 5 anni.

Incalza Human Right Watch, che il 27 aprile pubblica la propria relazione: “Una soglia oltrepassata. Le autorità israeliane e i crimini di apartheid e persecuzione”.

L’appello all’embargo, che nel tempo si è articolato in una campagna complessa, con sotto-campagne particolari: verso Elbit che produce droni impiegati dall’Unione Europea anche contro i migranti, e Axa che investe in quattro banche israeliane finanziatrici di insediamenti coloniali, conserva anche la richiesta di intraprendere iniziative verso i rispettivi governi perché cessino le loro cooperazioni militari e il commercio di armi con Israele.

L’industria militare israeliana, quella che “testa sul campo”, leggi “sui palestinesi”, i suoi raffinati prodotti militari e di sicurezza, dipende dalla cooperazione internazionale, scambi tra Governi e collaborazioni nelle ricerche.

L’appello palestinese può essere la molla per arginare il vorticoso precipizio di militarizzazione crescente in cui sono stati risucchiati tutti i Governi da Berlusconi a seguire ed a cui il Presidente statunitense ancora una volta c’invita dall’incontro del G7.

Note:

[*] Nel 2008-9, 22 giorni di attacco (27 dicembre 2008 – 17 gennaio 2009) indiscriminato con morti vittime sono più di 1200 di cui 410 bambini, i feriti invece 5300 ; israeliani 13 vittime israeliane, di cui tre civili e quasi 200 i feriti; nel 2012 (14 -22 novembre) i palestinesi uccisi furono >150 Nel 2014 dall’8 luglio 2014 al 26 agosto sono 2.220 i morti tra cui 1.492 civili di cui 551 bambini Nel 2018 contro la marcia pacifica più di 230 nel 2021 dal 10 al 20 maggio (11 giorni) 256 morti (OCHA) di cui 66 bambini (12 israeliani); ma ci sono anche uccisioni in Cisgiordania.

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