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04/01/2022

Per il Pil sono disposti a qualsiasi strage


Troppo tardi, troppo poco, troppo confuso, troppe differenziazioni. Nella gestione della pandemia il governo Draghi è in piena continuità con il Conte II. Entrambi hanno infatti messo al posto di comando la “difesa del Pil” e in fondo alla scala delle priorità la salute pubblica, usando il “tasso di saturazione degli ospedali” come termometro empirico per decretare il minimo di chiusure possibili.

Così facendo, neanche l’arrivo dei vaccini poteva cambiare seriamente la situazione. Certo, è diminuito di molto il numero dei morti, ma non certo la circolazione del virus, la sua replicazione, l’incontrollabilità delle sue varianti.

Il fatto che questo fallimento sia condiviso con tutto l’Occidente neoliberista, che ha seguito grosso modo la stessa “strategia”, non cambia di una virgola il giudizio finale. È stata una scelta criminale a favore del profitto, che però ha messo e sta mettendo in crisi proprio quello che voleva proteggere: la crescita economica.

In queste ore, davanti all’esplosione globale dei contagi, questa scelta viene ripetuta, senza più neanche provare a nasconderne i contorni. “Super Pass per lavorare, Lega e 5S alzano le barricate ma Draghi tira dritto: ‘Difendiamo il Pil che cresce’”, titola Repubblica nell’edizione online. E infatti nei giorni scorsi si è deciso di ridurre il periodo di quarantena – con annesso rischio di incrementare ulteriormente i contagi – invece che introdurre qualche forma di limitazione alla circolazione.

L’idea che si fa strada ora è un obbligo vaccinale parziale, ancora una volta mascherato da “green pass obbligatorio”, per i soli lavoratori. Ancora una volta troppo tardi, troppo poco, troppo confuso, troppe differenziazioni.

Un virus non distingue tra passaporti, colore di pelle, spessore del portafoglio o mansione produttiva. Non ha senso dunque prevedere un obbligo vaccinale limitato a categorie selezionate in base alla loro indispensabilità per “accrescere il Pil”.

La controprova sta nel fatto che per la scuola, invece, si vorrebbe far finta che il ritorno in presenza non presenti problemi di diffusione dei contagi (con l’ulteriore assurdo di prevedere l’obbligo vaccinale per il personale, docente e non, ma non per gli studenti). “La scuola non fa Pil”, sembrano dire a Palazzo Chigi, e dunque chissenefrega...

O si prevede l’obbligatorietà per tutti, o si continua all’infinito in questo saliscendi di aperture, chiusure, dad, differenziazioni tra attività vietate e permesse, babele di “indicazioni” che nessuno più riesce a seguire o ricordare.

O si liberalizzano i brevetti sui vaccini o si continua ad attendere che arrivi una variante imprevista per ricominciare da capo.

India e Sudafrica sono i paesi di “un altro mondo” che hanno la capacità industriale di produrre versioni free di tutti i vaccini in circolazione e che dunque avevano chiesto l’autorizzazione a produrli.

Il “no” statunitense ed europeo, in sede Wto, ha avuto un solo effetto pratico (oltre a proteggere i profitti-monstre di Moderna e Pfizer): quello di far maturare ed esplodere le due varianti che hanno azzoppato l’agognata “ripresa”: la delta (inizialmente detta “indiana”) e la omicron (originata nell’Africa australe).

Non basta. Ema ed Aifa – le autorità per il farmaco a livello europeo ed italiano – hanno scelto fin dall’inizio di esaminare ed approvare solo i vaccini “euro-atlantici” (statunitensi, come Pfizer e Moderna, o europei come AstraZeneca, poi scomparso dai radar).

Porte chiuse per quelli cubani, russi e cinesi, senza neanche lo sforzo di un esame. E dire che quelli cubani – Soberana ed Abdala – sono stati progettati apposta per essere somministrati a tutti i maggiori di due anni.

Con il risultato che a Cuba i contagi sono crollati e non si registrano più decessi, mentre qui e negli Usa (oltre un milione di contagi solo ieri) la situazione è fuori controllo a partire dalle fasce giovanili e infantili (cui proprio non si può chiedere l’ipocrita “senso di responsabilità” con cui i governi si sciacquano la bocca e la coscienza).

Per valutare quale strategia sia migliore, direbbero gli scienziati seri, “bisogna analizzare i dati”. E i risultati, ad oggi 4 gennaio 2022, sono questi:

Stati Uniti, 318 milioni di abitanti: 56.200.000 contagiati, 828.000 morti

Gran Bretagna, 67 milioni di abitanti, 13,5 milioni di contagiati, 150.000 morti.

Francia, 67,4 milioni di abitanti, 10,5 milioni di contagiati, 125.000 morti.

Spagna, 47,3 milioni di abitanti, 6,7 milioni di contagiati, 90.000 morti.

Italia, 59,5 milioni di abitanti, 6,4 milioni di contagiati, 138.000 morti.

Germania, 83 milioni di abitanti, 7,25 milioni di contagiati, 113.000 morti.

...

Cuba, 11,3 milioni di abitanti, 967.000 contagiati, 8.300 morti.

Cina, 1,4 miliardi di abitanti, 115.000 contagiati, 4.850 morti.

Le chiacchiere stanno a zero. Chi ha messo il Pil davanti alla vita della popolazione non riesce a difendere né la vita, né il Pil.

Si chiama capitalismo, ed è il virus più mortale di tutti. Fare strage è nel suo dna.

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