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14/08/2022

Brasile - Lula ha la vittoria in pugno, Bolsonaro arranca e già grida ai brogli

di Davide Matrone

Il prossimo 2 ottobre ci sarà il 1° turno delle elezioni presidenziali in Brasile, il paese più grande del Sudamerica che conta una popolazione di oltre 215 milioni d’abitanti (7° al mondo) e con un Prodotto Interno Lordo pari a 3.680.942 di dollari (9^ economia mondiale), secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale del trascorso aprile 2022.

Dopo 4 anni di governo di destra dell’ex militare Jair Bolsonaro, il paese sembra seriamente intenzionato a voltare pagina e a rieleggere Luiz Inácio Lula da Silva, già presidente del Brasile dal 2003 al 2010. Secondo quasi tutti i sondaggi, tra i quali quelli della prestigiosa Datafolha, Lula avrebbe al momento la quasi certezza di conquistare la presidenza al 1° turno con un 52% dei voti e la certezza di arrivare al Palacio do Planalto (sede ufficiale della Presidenza della Repubblica del Brasile) dopo il ballottaggio con l’uscente Bolsonaro. In Brasile per vincere al primo turno bisogna conquistare il 50% più 1 voto ma la campagna è ancora lunga e bisogna essere cauti. Un elemento abbastanza certo è l’importante vantaggio di Lula su Bolsonaro che non sembra calare in queste ultime settimane. Per saperne di più ne ho parlato con il giornalista, studioso ed esperto di America Latina Federico Nastasi con cui abbiamo trattato tre temi specifici: l’attualità della campagna elettorale, il ruolo dei militari in questa fase e la strategia comunicativa di Lula.

L’attualità della campagna elettorale

Il paese è fortemente polarizzato, con un dibattito molto forte e violento in termini verbali tra i 2 candidati Lula e Bolsonaro. Inoltre, sui social media si assiste a una situazione già messa in atto nel 2018 e cioè una strategia comunicativa di Bolsonaro basata sull’uso di informazioni false, disinformazione, campagne d’odio organizzate e ben studiate. Una strategia dimostrata e analizzata dalla giornalista brasiliana Patrícia Campos Mello nel suo libro “la macchina dell’odio”. Inoltre, è una campagna elettorale violenta dal punto di vista fisico, il giorno 10 luglio è stato ucciso a colpi di pistola il militante del PT di Lula Marcelo Arruda da un Bolsonarista durante il festeggiamento del suo compleanno. In una fase economica stagnante e difficile (il paese non si è ripreso dagli effetti della pandemia) il governo Bolsonaro ha approvato una misura economica denominata “Auxilio Brasil” che destina risorse economiche pubbliche per la durata di un anno alle fasce più deboli del paese. Un provvedimento che in molti hanno criticato come una misura solo pre-elettorale. Questa misura governativa è paradossale: Bolsonaro si è presentato come alfiere del libero mercato, con l’appoggio del ministro dell’Economia Paulo Guedes, allievo della scuola di Chicago. E poi, a 80 giorni dal voto, entrambi fanno appello alle casse pubbliche dello Stato, ufficialmente per alleviare la povertà.

La conferenza stampa di Bolsonaro con gli ambasciatori

Il Presidente Bolsonaro ha convocato il 18 luglio tutti gli ambasciatori presenti in Brasile nella sua residenza sostenendo, senza prove, seri dubbi sulla correttezza del processo elettorale. Critica come i militari l’uso delle urne elettorali e afferma che il processo elettorale è a rischio d’inquinamento. Tuttavia, il giorno 26 luglio il Segretario alla Difesa USA Lloyd Austin, in visita in Brasile per l’incontro dei segretari della difesa del continente, ha dato dei messaggi diretti a Bolsonaro e ai militari. Al primo ha fatto intendere di difendere il processo elettorale in atto e ai secondi di non appoggiare nessun tentativo di golpe militare. In definitiva, quest’uscita di Bolsonaro è sintomatica di una sconfitta quasi sicura e quindi cerca di destabilizzare il processo elettorale.

Il ruolo dei militari e Bolsonaro

Dal ritorno della democrazia, il governo attuale è stato il principale ad avere una rappresentanza importante di militari all’interno nel Consiglio dei Ministri. Il vicepresidente attuale di Bolsonaro è un militare, il candidato vicepresidente per queste elezioni è un generale dell’esercito. C’è un legame solido, stretto anche perché lo stesso Bolsonaro è un ex capitano dell’esercito. Questo legame tra il candidato e i militari si traduce in due diversi processi. Il primo, un probabile colpo di stato militare, già palesato apertamente dalla stampa, nel caso in cui il risultato non dovesse essere a favore di Bolsonaro. L’altro, quello innescato dalla polemica dei militari contro il Tribunale Supremo Elettorale sull’uso delle urne elettroniche che gli stessi militari vogliono controllare. Lula ha detto che non accetterà interferenze di nessun tipo cercando di evitare polemiche con il corpo dei militari ma riferendosi solo ad alcuni singoli esponenti.

La strategia comunicativa di Lula in queste elezioni

Lula si presenta come un candidato che può unire il Brasile e sanare le ferite che si sono aperte nei 4 anni passati. Divisioni che si sono incrementate, peggiorando la situazione di alcuni segmenti di società: le donne, gli afrodiscendenti, le popolazioni indigene e le minoranze sessuali. Anche da un punto di vista religioso: Bolsonaro è stato l’alfiere di una delle campagne più oscurantiste dei movimenti evangelici, in particolare neopentecostali, del Brasile. Lula si presenta come un uomo di stato, come un uomo che è già stato presidente in una delle pagine più belle del Brasile. Da un punto di vista politico è colui che può unificare, inoltre, il campo classico della sinistra e del PT. Lula va oltre la sua comunità politica, senza rinnegarla, la allarga con alleanze precise come quella del suo vicepresidente Geraldo Alckmin, l’ex governatore dello stato di Sao Paulo del partito di centro. Un altro aspetto comunicativo importante è che Lula si presenta come colui che ha subito un'ingiutizia riconosciuta a livello nazionale e internazionale e che ha affrontato le avversità a schiena dritta, accettando un processo farsa. Questo gli viene riconosciuto da tutti, anche dalla destra e ultimamente anche la famosa artista brasiliana Anitta, che non è certamente simpatizzante della sinistra, ha dichiarato il suo appoggio per Lula.

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