18/06/2023
Guerra in Ucraina - “Controffensiva” ferma
di Francesco Dall'Aglio
Mentre si riaccendono le ostilità sul “saliente di Vremivka”, con le FFAA ucraine che tentano di raggiungere Urožaine (e quindi, in prospettiva, Staromlynivka) passando dai campi tra Urožaine e Novodonets’ke, non più da nord seguendo il corso del Mokri Yaly (per questo vi rimando alle carte che ho postato nei giorni scorsi), ci sono novità più a ovest.
Nel settore più occidentale del fronte di Zaporižžja, tra il Dnepr (quello che ne resta, visto che il livello del bacino di Khakovka si è abbassato in maniera drammatica) e Orichiv, dopo una serie di attacchi furibondi c’è stato un avanzamento ucraino a Lobkove e ora si combatte per P’yatykhatky – ricordo che, come nel caso del saliente di Vremivka, stiamo parlando di combattimenti che si svolgono sulla linea di contatto, non sulle linee di difesa strutturate in profondità.
Questa direzione, come abbiamo già detto, ha più senso perché si andrebbe in direzione di Melitopol su strade ottime, ma è anche uno dei settori meglio difesi dalle FFAA russe.
La tattica seguita dagli ucraini pare essere quella che alla fine ha avuto successo sul fronte di Cherson, quando ancora Cherson era in mano russa: scegliere un punto e attaccarlo con forze preponderanti, obbligando i difensori a sloggiare per poi allargare la testa di ponte. Solo che i due casi sono molto diversi.
A Cherson non c’erano linee di difesa così strutturate come quelle che ci sono sul fronte di Zaporižžja, l’aviazione russa non poteva muoversi con la relativa sicurezza di adesso perché buona parte delle difese antiaeree ucraine erano ancora in piedi, c’erano molti meno soldati a difendere e, soprattutto, problemi logistici molto complessi da risolvere, visto che tutto il materiale destinato ai combattenti era obbligato a transitare solo su due ponti, sempre battuti dai missili ucraini – tanto che alla fine Surovikin ha deciso di sbaraccare prima ancora che i reparti russi in zona fossero impiegati seriamente.
In quest’altro settore, appunto, le cose sono diverse. Soprattutto quello che sta stupendo un po’ tutti i commentatori, e paradossalmente più quelli russi che quelli ucraini (parlo naturalmente di commentatori seri, non di propagandisti o tifosi) è con quanta veemenza le truppe russe stanno resistendo e contestando ogni metro di quella che, lo ripeto, non è ancora la prima linea di difesa ma solo la linea di contatto.
Un po’ tutti (anch’io) si aspettavano che, dopo qualche scaramuccia, le truppe russe si sarebbero ordinatamente ritirate sulle linee predisposte, lasciando agli ucraini un bel po’ di territorio e insediamenti vuoti ma obbligandoli poi a muoversi in un ambiente molto più difficile.
Invece anche la “grey zone” è stata predisposta per combattimenti prolungati, tanto che, nonostante le ormai quasi due settimane di attacchi, le FFAA ucraine hanno superato la prima linea solo in due punti e non riescono, almeno per ora, ad allargare queste piccole teste di ponte.
Naturalmente va ricordato che, a oggi, da parte ucraina è stata impiegata una frazione delle truppe organizzate per l’offensiva, e resta da chiedersi cosa succederebbe se si muovessero contemporaneamente quattro brigate, o se l’attacco fosse condotto su tutta la linea del fronte con la stessa intensità (ma quest’ultima cosa sarebbe difficile da organizzare).
Però c’è anche da chiedersi come se la caverebbero se i russi continuassero a contestare la zona grigia con la stessa caparbietà, prima ancora delle linee di trinceramenti. Questo, naturalmente, ammettendo che l’obiettivo principale dell’offensiva ucraina sia appunto il fronte di Zaporižžja e non, magari, il Donbas o la zona di Svjatovo-Kreminna.
Delle perdite non parlo, perché non ho dati certi a disposizione.
PS – non riesco a capire perché su Google Maps Lobkove è riportata in quel modo. Sembra un insediamento molto grande, ma una foto satellitare, che allego, chiarisce che non è affatto così. Va tenuto presente che, soprattutto per i villaggi molto piccoli, su Google Maps sono riportati i confini amministrativi, non la reale estensione degli insediamenti.
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