Zitta zitta, la ministra del Lavoro Maria Elvira Calderone ha firmato l’annuale decreto che finanzia il Fondo di sostegno per le famiglie delle vittime di gravi infortuni sul lavoro, tagliando del 45% le risorse rispetto al 2022. Il fondo passa così da 9,8 milioni di euro a 5,5mln.
Una scelta grave che punta a far cassa riducendo quel po’ di sostegno materiale una tantum che lo Stato fornisce alle famiglie di chi ha subito incidenti gravi e gravissimi sui luoghi di lavoro o addirittura è morto lavorando. Un chiaro segnale del grado di interesse del Governo per le famiglie di chi non solo affronta un grave infortunio o un lutto in famiglia, ma subisce inevitabilmente una grande decurtazione del reddito familiare.
Non più di cinque mesi fa la stessa ministra Calderone convocò un tavolo in pompa magna, con ben 54 attori sociali presenti, affiancata da altri quattro ministri per gridare urbi et orbi che sulla questione salute e sicurezza sul lavoro il governo Meloni avrebbe investito tutto quanto era in suo potere in termini di modifiche normative, di risorse economiche, di vigilanza ispettiva, conquistandosi le prime pagine de i media italiani e la contestazione di un gruppo di studenti che protestavano per le morti dei giovani in alternanza scuola lavoro.
Dovrebbe essere quanto meno imbarazzante, per la ministra, firmare un atto che va in direzione assolutamente contraria a quanto annunciato.
È una pratica in voga nel governo Meloni, fare promesse e roboanti dichiarazioni e poi disattenderle senza imbarazzo. L’unica differenza, in questo caso, è che ci sono di mezzo la vita e la salute dei lavoratori e la condizione delle loro famiglie. Sarebbe opportuno che questo governo ne avesse maggiore rispetto.
Il 24 giugno la manifestazione nazionale che dalle 14 sfilerà da Piazza della Repubblica a Piazza San Giovanni, dovrà occuparsi anche di questo.
Unione Sindacale di Base
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