Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

04/12/2023

Italia - L’adunata dei neofascisti, pericolosi ma senza progetto

Occuparsi di Salvini è generalmente inutile, a meno che non si tratti di difendere il diritto di sciopero e cose simili. Perché anche un politico senza più idee né “peso” può costituire un problema serissimo per i lavoratori, se è – come purtroppo è – investito dei poteri di ministro.

Ma è affrontando la parata di mentecatti neonazisti da lui radunata a Firenze, nell’ambito del gruppo al Parlamento Europeo chiamato “ Identità e democrazia”, che si può misurare la sua inutilità, il suo destino non glorioso, ed anche affrontare qualche problema concreto di “chiarezza politica”.

A leggere i media mainstream, infatti, si capisce poco. Ci viene infatti presentato un parterre decisamente nauseabondo sotto l’etichetta-stigma di “internazionale iper-sovranista”.

Difficile immaginare qualcosa di più improbabile di una “internazionale” tra “nazionalisti”... Non perché non siano esistite in passato alleanze ferree tra partiti o regimi nazifascisti (la Guerra di Spagna e la Seconda Guerra Mondiale stanno lì a dimostrarlo), ma – appunto – tra “simili” sul piano ideologico, nel sistema politico, nell’obbedienza a un capitalismo che era ancora fortemente segnato dalla dimensione “nazionale”, al punto da creare una versione ultradestra del “keynesismo” con l’intervento dello Stato nell’economia e la creazione di gigantesche imprese pubbliche (in Italia l’Iri).

Oggi quel mondo, ossia quel capitalismo lì, non esiste più. Spazzato via, come la socialdemocrazia e il “modello sociale europeo”, dalla cosiddetta “globalizzazione”, ossia dall’internazionalizzazione dei mercati e delle catene del valore.

Eppure i protagonisti dell’adunata di Firenze hanno speso tonnellate di fiato e applausi per frasi prive di effetti concreti.

Per esempio Jordan Bardella, giovane presidente del partito di Le Pen, che parla in italiano in omaggio alle sue origini, e maledice “l’Unione europea che è diventata un pericolo che cerca di imporre ai popoli la decrescita con la ripartizione dei migranti“.

Qualsiasi padroncino potrebbe spiegargli che è vero l’opposto, visto che ai suoi occhi si tratta di manodopera senza tutele, da utilizzare come si vuole, se si hanno idee imprenditoriali degne di nota...

Oppure il co-leader di AfD, Tino Chrupalla, che chiama l’applauso definendo Ursula von der Leyen come la “persona più pericolosa d’Europa“, oltre a parlare di “schiavitù dell’obbligo vaccinale” imposto dalle “elite“, ma anche di Ucraina “da fermare” perché “non può vincere la guerra“.

Chiacchiere in libertà, insomma, come nell’osteria di Monaco un secolo fa. Ma, appunto, è passato un secolo...

Così Salvini si ritaglia, quasi involontariamente, persino un profilo da “moderato”, in quel caravanserraglio. E lo fa riducendo tutta la contraddizione con l’Europa di Bruxelles a una questione di equilibri in stile italico.

“Sarebbe un errore fatale dividere il centrodestra in Europa”, dice infatti ad un certo punto, quasi confessando che si è inventato questo appuntamento solo per avvertire Giorgia Meloni che lui vorrebbe più spazio e ruolo. O comunque parte dei suoi voti alle prossime elezioni europee di giugno.

“La Lega non governerà mai con i comunisti e i socialisti” e “il centrodestra scelga tra l’inciucio con socialisti e sinistra e un governo di centrodestra”. Come se la Meloni non fosse la Meloni, ossia l’erede del Movimento Sociale...

In realtà è pressoché certo che la “maggioranza Ursula” verrà riproposta anche nella prossima legislatura di Bruxelles, banalmente perché non ce ne sono altre (a meno di sconquassi al momento imprevedibili) che possano garantire la continuità della struttura istituzionale.

E quindi anche il governo italiano, a cominciare da Giorgia Meloni, dovrà dare il suo gradimento a questa continuità. Come del resto sta già facendo il collega di Salvini, Giorgetti, che da ministro dell’economia sembra la copia anastatica dei precedenti “governi tecnici”, non certo l’assaltatore venuto da Pontida.

È lo stesso Giorgetti che ieri, peraltro, era la suo fianco sul palco fiorentino...

Tutto ciò per dire che non è una cosa seria. Il pericolo delle destre reazionarie ovviamente è reale, ma riguarda soltanto i rapporti tra le classi sociali, con la riduzione drastica degli spazi democratici e della legittimità del conflitto sociale (il diritto di sciopero, di manifestazione, ecc) che stanno portando avanti con la complicità compiaciuta dei “liberali europeisti”. E per questo vanno contrastati senza se e senza ma, anche sul piano delle idee.

Ma l’Unione Europea – ossia l’istituzione che irregimenta le politiche di bilancio di tutti i paesi dell’eurozona e quelli dell’“Europa a 27”, facendone terreno di caccia per il capitale finanziario e industriale multinazionale – non può neanche essere sfiorata da questi figuri.

Potrebbe essere messa in discussione soltanto da una rovesciamento sociale e politico popolare di amplissime proporzioni, intenzionato a mutare il sistema economico, sociale e politico. Il che, ovviamente, non può avvenire né all’interno dell’Unione Europea, né mantenendo una visione ristretta, solo “nazionale”. È una possibilità reale solo costruendo una relazione forte col mondo fuori dall’area euro-atlantica. Cosa che questa “internazionale neofascista” non può neanche osare pensare.

Lo spieghiamo da anni. E Salvini ce lo dimostra ogni volta che apre bocca.

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento