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09/05/2025

UE, altro flop di Ursula: la Corte dei Conti boccia il riarmo ed è scontro sull’art. 122

La corsa al riarmo, finanziata con fondi sottratti (anche) al sociale, incontra le critiche dei giudici dell’Ue. La Corte dei Conti europea ha infatti sollevato una serie di critiche riguardo alle modifiche proposte dalla Commissione europea al quadro della politica di coesione 2021-2027, con particolare riferimento alla riassegnazione delle risorse verso il settore della Difesa.

Secondo quanto riportato da Ansa, la Corte, pur riconoscendo l’esigenza di adattarsi al mutato contesto di sicurezza, ha evidenziato rischi e ambiguità nella proposta.

“La Corte dei Conti riconosce l’urgente necessità di rispondere al rapido mutamento del contesto di sicurezza. Tuttavia, segnala alcuni rischi e aspetti poco chiari della proposta che ne influenzeranno le modalità di applicazione”, si legge in una nota ufficiale.

Tra i principali punti di preoccupazione figura “il modo in cui gli obblighi di trasparenza e il principio del ‘non arrecare danno significativo’ (vale a dire garantire che le iniziative dell’Ue siano in linea con gli obiettivi climatici e ambientali dell’Ue) possano applicarsi agli investimenti nella Difesa”.

I rischi rilevati dalla Corte dei Conti

La Corte ha inoltre messo in guardia sul rischio che le misure proposte possano “aumentare la complessità, esercitare pressioni sulla capacità amministrativa e diluire l’attenzione della politica sulla riduzione delle disparità regionali”.

A tal proposito, l’organo di controllo ha sottolineato l’assenza di una valutazione d’impatto, richiedendo “norme di ammissibilità più chiare e un migliore coordinamento con gli strumenti UE esistenti”.

Metsola e Ursula litigano sull’iter

Si acuisce la tensione tra le istituzioni europee sul controverso piano di riarmo da 800 miliardi di euro, promosso dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. A mettere in discussione l’iter scelto dalla Commissione è la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, che in una lettera dai toni decisi ha espresso la sua contrarietà alla decisione di Von der Leyen di bypassare il voto della Plenaria, ricorrendo all’articolo 122 dei Trattati UE.

Una mossa che, secondo Metsola, rischia di minare il ruolo del Parlamento e di innescare uno scontro istituzionale senza precedenti.

“Vi chiedo di riconsiderare la scelta della base giuridica del ReArm EU per garantire che entrambi i colegislatori partecipino alla definizione delle misure più appropriate che consentiranno all’Unione europea e ai suoi Stati membri di affrontare le sfide geopolitiche senza precedenti che stiamo affrontando”, scrive Metsola nella missiva indirizzata a Von der Leyen e alla presidenza polacca del Consiglio UE, come riportato dal Fatto Quotidiano.

Ipotesi ricorso alla Corte di Giustizia europea

La lettera non si limita a un invito al dialogo: contiene un chiaro avvertimento. Se la Commissione insisterà nell’utilizzare l’articolo 122, che consente una procedura accelerata senza il pieno coinvolgimento del Parlamento, l’Eurocamera potrebbe ricorrere alla Corte di Giustizia dell’Unione europea. “Se il Consiglio adotta il presente regolamento utilizzando l’articolo 122 dei Trattati come base giuridica, il Parlamento esaminerà l’atto a norma dell’articolo 155 del suo regolamento interno”, conclude Metsola, evocando la possibilità di un’azione legale.

Il nodo della discordia risiede nella scelta della Commissione di invocare l’articolo 122, una norma pensata per situazioni di emergenza che consente di approvare provvedimenti con il solo voto del Consiglio, scavalcando il Parlamento. Tale decisione è stata bocciata all’unanimità dalla Commissione giuridica dell’Eurocamera (Juri), che ha condiviso il parere dell’ufficio giuridico del Parlamento, secondo cui non sussistono i requisiti di urgenza per giustificare questa procedura.

Come evidenziato su InsideOver, la Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen ha compiuto un passo gravissimo approvando la proposta legislativa Safe, parte del piano ReArm EU per finanziare l’industria della Difesa con prestiti fino a 150 miliardi di euro. Ignorando il parere legale del Parlamento Europeo e il voto della commissione giuridica (Juri), la Commissione ha oltrepassato ogni limite, come sottolineato anche dalla presidente Metsola. Una decisione che getta ulteriori ombre su Von der Leyen e sulla sua leadership.

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