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18/07/2025

Crolla il modello Milano: un sistema corrotto di speculazione, che solo qualcuno denunciava...

Crolla il modello Milano, con 74 indagati in vari filoni giudiziari, che rimandano a un rodato sistema di favori e scambi immersi in conflitti di interessi, di cui ad avvantaggiarsi è stata la speculazione edilizia.

Si susseguono in queste ore le notizie sull’ennesimo scandalo riguardante una Milano in cui, ricorda La Repubblica, in un decennio si è costruito come in Piemonte e Toscana messi assieme.

Non era difficile accorgersi della colata di cemento continua sul capoluogo meneghino, e difatti se ne sono accorti i magistrati. Ma nelle parole di uno dei protagonisti della vicenda, quando doveva evocare i rappresentanti del ‘no’ alla speculazione, il pensiero andava solo a una forza: Potere al Popolo. Ma andiamo con ordine, e ricostruiamo brevemente la vicenda.

In realtà, la storia dovrebbe cominciare nel 2015 – appunto, un decennio fa – con la grande opera inutile dell’Expo. Ma per farla breve, il primo momento di svolta si è avuto nel marzo di quest’anno, quando è finito agli arresti domiciliari l’ex direttore dello Sportello unico edilizia del Comune di Milano ed ex componente della Commissione paesaggio, Giovanni Oggioni.

Da lì, ha cominciato a scoperchiarsi una fitta rete di relazioni opache e messaggi interessati che, per ora, fanno capo a Giuseppe Marinori e Giancarlo Tancredi, rispettivamente ex presidente della Commissione paesaggio e assessore alla Rigenerazione urbana. Sono 13 i casi di conflitti di interesse che vengono contestati a Marinoni, per un valore di 369 mila euro.

All’assessore Tancredi viene esteso il fatto che avrebbe saputo di tali conflitti di interessi, per i legami professionali che Marinori (e non lui solo: un altro nome è Alessandro Scandurra) aveva con diversi costruttori e progettisti coinvolti in progetti edilizi. Chiudere un occhio sugli interessi dell’ex presidente della Commissione Paesaggio sarebbe servito a ottenere altri favori.

Come ad esempio il via libera per il ‘Pirellino’, un enorme piano edilizio da 60 mila metri quadrati la cui realizzazione è affidata alla società immobiliare COIMA, di Manfredi Catella, sulla base di un progetto di Stefano Boeri (famoso per il ‘bosco verticale’ di Milano). Ci sarebbe addirittura un messaggio inviato via WhatsApp allo stesso sindaco meneghino, Giusepppe Sala.

Per Boeri c’era bisogno che Sala convocasse e facesse pressione su Marinori per il via libera al progetto, e aggiungeva che “da amico ad amico, c’è una situazione che mi fa paura, non fa bene”. Alla star dell’architettura, insomma, faceva paura che ci fosse qualche dubbio su di una ennesima e inutile colata di cemento.

Si apprende dai giornali che anche il primo cittadino di Milano è indagato. A suo carico, le ipotesi di reato sono di false dichiarazioni su qualità proprie o di altre persone, e di induzione indebita a dare o a promettere utilità. Tradotto: avrebbe saputo dei conflitti di interessi e avrebbe taciuto, e avrebbe approfittato della sua posizione per indurre determinati provvedimenti.

Ovviamente, come sempre succede in questi casi, mentre sono stati già disposti sei arresti, tra cui quello di Catella e Tancredi, Sala nega di aver avuto qualsiasi ruolo nella vicenda. Anzi, lui il numero di Mantinori non lo avrebbe mai nemmeno avuto. Intanto, la segretarie del PD Elly Schlein ha espresso la sua solidarietà e vicinanza a Sala.

Tutto questo mentre quest’ultimo ha ovviamente chiesto di bloccare l’iter di approvazione del ddl Salvamilano, approdato ormai al Senato. Il provvedimento serviva a regolarizzare i cantieri sorti a Milano in maniera conforme alla normativa urbanistica lombarda e al piano urbano della città, ma in contrasto con altre norme. Tra chi si è opposto al Salvamilano c’è stato innanzitutto Potere al Popolo.

È proprio Boeri a citare il partito politico, già qualche anno fa. Infatti, il 30 marzo 2023 Boeri scrive al dirigente comunale Giovanni Oggioni il suo disappunto per la mancata approvazione da parte della Commissione paesaggio del Pirellino, e dice: “ci bocciate tutto... ormai siete di Potere al Popolo”.

Una tale affermazione può far scattare una risata, come è giusto che sia, ma trasmette anche un’idea chiara. Che c’era un sistema sordido di via libera incondizionato alla speculazione edilizia, e che la forza che più di tutte rappresentava l’opposizione a questa rapina della città era Potere al Popolo, che invece aveva costruito la propria attività intorno al un programma di ‘città pubblica’.

È questa la realtà che si nasconde dietro le accuse che, molto spesso, vari movimenti e soggetti sociali, sindacali e politici ricevono se si oppongono a grandi e piccole opere inutili: “siete professionisti del no”, viene detto. Alla luce degli eventi milanesi, bisogna dire che ciò va tradotto come “siete professionisti dell’opposizione alla speculazione fatta sulla pelle di tutti a favore dell’interesse di pochi”.

Un titolo da rivendicare con orgoglio.

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