Almeno 70 persone (tra cui 47 agenti) sono rimasti ferite negli
scontri con la polizia nella regione di Kabyle, in Algeria, dove nel
2001 furono massacrati cento manifestanti. In alcune località, Raffour,
M’Chedellah e Saharij, il voto è stato sospeso e a Bouira, regione
sud-orientale dell’Algeria, gruppi di giovani hanno devastato tre seggi appena dopo l’apertura. La capitale Algeri, invece, è rimasta
relativamente tranquilla. Si ha notizia soltanto di cinque arresti, ma
mercoledì scorso una manifestazione del movimento Barakat è stata
dispersa con la forza e alcuni partecipanti sono stati fermati.
Una protesta contro una tornata elettorale, le presidenziali di ieri, che molti algerini reputano una farsa. Il
risultato del voto, infatti, è scontato: l’attuale presidente Abdelaziz
Bouteflika sarà confermato per la quarta volta alla guida del Paese, lo
ha già dichiarato il suo entourage e manca soltanto l’ufficialità. D’altronde
non ha avuto rivali: gli altri candidati sono tutte vecchi guardie
della scena politica algerina e la coalizione di opposizione formata da
partiti islamici e laici ha boicottato le urne, e sono stati soprattutto
i giovani a disertare l’appuntamento elettorale. Secondo i dati forniti
dal ministero dell’Interno, ieri il 51,7 per cento dei circa 23 milioni
di algerini aventi diritto è andato a votare.
È stata proprio la ricandidatura del presidente a scatenare
polemiche nel Paese e alcune manifestazioni contenute dalle forze di
sicurezza, dispiegate in maniera massiccia per il voto. Bouteflika
è un uomo anziano (77 anni) e soprattutto malato. Non ha neanche
partecipato alla campagna elettorale, affidando il suo programma a
comunicati stampa. Persino la sua candidatura è stata
annunciata dagli esponenti del Fronte nazionale di liberazione che
domina l’Algeria sin dall’indipendenza, nel 1962. Ieri il presidente si è
recato a votare nella circoscrizione di El Biar, ad Algeri, in sedia a
rotelle e questa è stata una delle sue rare apparizioni in pubblico da
quando ha avuto un ictus e ha trascorso lunghi periodi fuori dal Paese.
All’indomani del voto, è iniziato anche lo scambio di accuse tra i
candidati. Il principale sfidante del presidente, Ali Benflis, ex
premier tornato in politica dopo dieci anni di assenza, ha denunciato
brogli.
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