Dopo un silenzio durato diverse ore, ieri sera il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu è apparso in pubblico per dire agli israeliani che Hamas a Gaza ha patito “il colpo più grave dalla sua fondazione” ma
ha ammesso che la potente macchina bellica israeliana non può
garantire che effettivamente sia stata raggiunta una calma di lunga
durata. Allo stesso tempo ha avvertito che se un solo razzo colpirà Israele, le forze armate colpiranno Gaza “sette volte di più”.
L’intervento di Netanyahu è giunto qualche ora dopo la riapparizione
in pubblico di Ismail Haniyeh, il leader politico di Hamas nella
Striscia. Di fronte a migliaia di sostenitori Haniyeh ha detto
che i palestinesi hanno conseguito una vittoria “senza paragoni nella
storia del conflitto” e ha esaltato il sacrificio di alcuni
comandanti militari di Hamas morti nei combattimenti. “Hamas non ha
ottenuto niente”, ha replicato ieri sera Netanyahu. “Non bisogna
lasciarsi impressionare dalle loro manifestazioni di giubilo”.
Il premier israeliano non ha fatto alcun riferimento agli oltre 2
mila palestinesi uccisi dall’offensiva israeliana, 2/3 dei quali civili,
e alle immense distruzioni che la potenza di fuoco israeliana ha provocato nella
Striscia di Gaza ora in piena crisi umanitaria.
Tuttavia Netanyahu non può rallegrarsi più di tanto perché
anche questa mattina, come ieri, i giornali, ad eccezione del
filo-governativo “Yisrael HaYom”, criticano duramente la linea mantenuta
dal primo ministro durante i 50 giorni di assalto a Gaza. E al
forte scetticismo dei media circa l’esito del conflitto a Gaza si
aggiunge la collera verso il governo degli abitanti del Neghev
occidentale, molti dei quali ritengono di essere meno sicuri oggi nelle
loro case che all’inizio di luglio.
Anche nel governo non mancano le tensioni, con i ministri
dell’estrema destra che accusano il premier di non aver fatto “piazza
pulita” di Hamas a Gaza. Il ministro degli esteri Avigdor
Lieberman ha detto che la tregua accettata martedì sera è un errore
grave e ha affermato che Israele doveva e dovrebbe rioccupare tutta la
Striscia di Gaza. “Fino a quando Hamas controllerà Gaza, non
possiamo garantire la sicurezza dei cittadini israeliani e non possiamo
raggiungere un accordo politico. Hamas non è un partner per nessun tipo
di accordo, né diplomatico né di sicurezza. Ci opponiamo al cessate il
fuoco, durante il quale Hamas sarà in grado diventare più forte e
lanciare un’altra campagna contro Israele”.
In ogni caso circa la durata della tregua Netanyahu non ha
preso impegni. Secondo un sondaggio, la maggioranza relativa degli
israeliani pensa che non resisterà più di sei mesi.
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