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29/08/2014

Thailandia a rischio tra Re senescente e giunta militare


Il generale golpista Prayuth Chan-ocha diventa Primo ministro di Thailandia per nomina di Re Bhumibol Adulyade, 86 anni, sul trono da 68. Il regno di Rama IX, l’altro nome del Re, è il più lungo tra quelli dei sovrani attualmente viventi ed è al 15º posto dei regni più lunghi della Storia.

Bhumibol Adulyadej Ramadhibodi Chakrinarubodin Sayamindaradhraj Boromanatbophit, nato a Cambridge, Gran Bretagna, il 5 dicembre 1927, attuale re di Thailandia, nono sovrano della dinastia Chakri. Conosciuto anche con il nome di Rama IX, è salito al trono il 9 giugno 1946. Bhumibol è legalmente un monarca costituzionale. Da quando è sovrano, vi sono stati 15 colpi di stato, 16 costituzioni e 27 cambi di primi ministri. Ha usato la sua influenza a volte per fermare i colpi di stato militari, rifiutando di riconoscere l’autorità dei generali che li avevano promossi, a volte no.

A fine agosto è arrivata l’approvazione di Re Bhumibol Adulyadej alla nomina a primo ministro del generale golpista Prayuth Chan-ocha. Con il suo benestare, il monarca che pare riverito in tutto il Paese nonostante le precarie condizioni, sancisce il congelamento di ogni principio di democrazia in favore dell’ennesima ascesa al potere dei militari. Diciottesimo colpo di Stato dal 1932 ad oggi, e di questi 12 si sono concretizzati. Il più recente il 20 maggio, quando i soldati agli ordini del generale Chan-ocha avevano imposto il coprifuoco a fronte delle crescenti proteste antigovernative di piazza.

Il generale Prayuth Chan-ocha, già comandante dell’esercito reale, autoproclamato presidente della “Commissione nazionale per il mantenimento della pace e dell’ordine” creata col golpe, è stato eletto a capo del governo dal parlamento che egli stesso aveva formato dopo la sospensione di tutte le istituzioni elette. Nelle prossime settimane si insedierà ufficialmente un governo di transizione, il cui compito sarà quello di guidare il Paese fino alle prossime elezioni che il generale-presidente ha promesso entro la fine del 2015. Se ne avrà voglia o, se vorrà, far vincere un governo di militari.

Con il colpo di Stato del 22 maggio i militari hanno deposto il governo della famiglia Shinawatra. Storia complessa di una carta politica ereditaria dove è difficile distinguere i ‘buoni’ dai ‘cattivi’. Il 7 maggio la primo ministro Yingluck Shinawatra, veniva destituita con sentenza Costituzionale per abuso di potere. Nel 2006 un precedente colpo di Stato - sempre in prima linea il generale Prayuth Chan-ocha - aveva deposto il fratello della signora Yingluck, Thaksin Shinawatra, salito al potere alle elezioni del 2001. Faida politica con affari di famiglia nel campo delle telecomunicazioni.

Adesso il nuovo primo ministro promette riforme economiche, politiche e sociali per un Paese che, afferma, “non dovrà essere la prossima Ucraina o il prossimo Egitto”. Un governo marcatamente repressivo nelle mani di una personalità estremamente autoritaria. Prezzo da pagare, dice qualcuno, per avere garanzie di stabilità soprattutto negli ultimi mesi nella capitale Bangkok. Stabilità e libertà di espressione, in Thailandia, si escludono a vicenda o debbano piuttosto essere tutelati proprio da un governo? Domanda legittima che però difficilmente troverà risposta nel nuovo governo thailandese.

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