La Cina sta pensando di lanciare un proprio sistema operativo con l'obiettivo, questo almeno secondo quanto dichiarato dal governo del Paese, di rendere i propri sistemi informativi più sicuri. Secondo quanto riportato da Xinhua news il nuovo sistema operativo potrebbe essere lanciato già ad ottobre, almeno stando alle dichiarazioni di Guangnag Ni, professore della Chinese Academy of Engineering e in precedenza CTO di Lenovo.
I dettagli riguardanti gli underpinningd del sistema operativo non sono ancora noti, ma la mossa sembra essere stata stimolata dalla fine del supporto di Windows XP e dal divieto di vendita di Windows 8 in Cina. Il governo ha inoltre lanciato un'inchiesta anti-monopolio contro Microsoft all'inizio dell'anno.
Secondo le informazioni disponibili, il sistema operativo sarà reso disponibile dapprima per sistemi desktop ed in seguito anche per dispositivi mobile. "La chiave del nostro successo sta in un ambiente che ci può aiutare a competere con Google, Apple e Microsoft" ha dichiarato Ni.
Non è la prima azione che la Cina intraprende per sciogliere i propri legami con i sistemi operativi occidentali a favore di soluzioni sviluppate localmente che potrebbero essere più facilmente protetti dinnanzi alle crescenti schermaglie delle forze di intelligence digitali internazionali.
Circa un decennio fa la Cina aveva avviato lo sviluppo di Kylin, un sistema operativo basato su FeeBSD, e appena lo scorso anno fu annunciato Ubuntu Kylin che come si può facilmente immaginare avrebbe dovuto rappresentare il secondo step evolutivo di Kylin.
Ancor più indietro, nel 2003, un consorzio di Paesi asiatici che ha visto oltre la Cina anche il Giappone e la Corea del Sud, annunciò la volontà di sviluppare un sistema operativo "asia-centrico" basato su Linux. Il progetto, che ha incluso in seguito anche Vietnam, Thailandia e Sri Lanka, è stato denominato Asianux.
Più recentemente, invece, nel 2012 il DRDO (Defense Research and Develompment Organization) dell'India ha annunciato lo sviluppo di India Operating System. "Per proteggere la nostra rete il nostro sistema operativo è essenziale" dichiarò allora V.K. Saraswat, direttore generale del DRDO.
I vari progetti citati sono fermi o in una fase di gestazione, o sono stati cassati oppure ancora hanno visto una bassa popolarità, ma sono tutti indici di una chiara tendenza: l'Asia vuole controllare il destino dei propri sistemi operativi specie a seguito delle vicende legate alle rivelazioni sull'operato dell'NSA rese pubbliche da Edward Snowden.
Se e come questa nuova iniziativa del governo Cinese andrà in porto resterà da vedere, intanto secondo recenti sondaggi circa il 70% degli utenti PC in Cina sta ancora usando Windows XP.
Fonte
La geopolitica, ormai, passa sempre più anche attraverso la tecnologia.
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