di Chiara Cruciati – Il Manifesto
Una galassia complessa
quella dei gruppi armati sunniti iracheni, nata e radicatasi dopo il
2003, anno di inizio dell’invasione statunitense dell’Iraq come
principale forma di resistenza all’occupazione Usa e al nuovo governo
sciita. Con la presa di Mosul, il 10 giugno scorso, e l’inizio della
brutale invasione dell’Isil, i gruppi armati sunniti sono stati
costretti a rimodellare strategie e obiettivi. E alleanze: «Prima della
caduta di Mosul la gran parte dei gruppi sunniti armati collaboravano
indirettamente con l’Isil, seguendo il principio per cui ‘il nemico del
mio nemico è mio amico’ – spiega al manifesto il giornalista
iracheno Salah Al Nasrawi – L’obiettivo era comune: la lotta contro il
governo sciita. Un grave errore di calcolo, da parte di baathisti, tribù
e salafiti: l’Isil li ha da subito marginalizzati per poter archiviare
il proprio obiettivo, la creazione di uno Stato Islamico a cavallo tra
Siria e Iraq».
Questi i principali gruppi sunniti attivi iracheni, oltre all’Isil e
ai bracci armati delle tribù sunnite, spesso divise tra appoggio al
governo centrale e sostegno all’avanzata jihadista.
Esercito dei Mujahideen. Organizzazione nata alla
fine del 2004 e formata esclusivamente da sunniti iracheni, è uno dei
tre più grandi gruppi armati del paese. Ha compiuto numerose azioni
contro l’occupazione statunitense e altri eserciti occidentali a partire
dal 2005 a fianco di altri gruppi armati (Esercito Islamico e Ansar
al-Islam). A causa di precedenti screzi con le milizie di Al Qaeda, i
mujahideen non sono mai finiti ufficialmente sotto l’ombrello dell’Isil.
Difficile identificare i finanziatori del gruppo, che negli ultimi mesi
si è armato grazie al saccheggio dei depositi militari abbandonati
dall’esercito iracheno. L’Esercito dei Mujahideen opera per lo più
intorno alla capitale e nella provincia sunnita di Anbar (Ramadi e
Fallujah).
Ordine Naqshbandi. Formato da baathisti e vicino al
sufismo, è guidato dal vice di Saddam Hussein, Izzat Ibrahim al-Douri.
Il gruppo è attivo dal 2003 ed è oggi presente per lo più nelle province
di Diyala, Salah-a-din e Ninawa. Non ha mai accettato di partecipare al
processo politico interno perché non riconosce la legittimità del
governo sciita. I suoi sostenitori abbracciano un’ideologia mista, tra
islamismo e nazionalismo panarabo.
Esercito Islamico. Nato nel 2003 subito dopo
l’invasione Usa, è formato da ex generali baathisti allontanatisi dal
partito di Saddam dopo aver accusato i fedelissimi di errori strategici
durante gli anni dell’occupazione statunitense (pochissimi i membri non
iracheni). Particolarmente attivi nel corso dell’ultimo anno, hanno
compiuto attentati soprattutto contro la comunità sciita. Sono presenti
intorno a Baghdad e nella provincia di Anbar. La loro richiesta politica
è chiara e lontana dagli obiettivi dell’Isil: uno Stato confederale
sotto un’unica bandiera. Già negli anni precedenti, quando a dettare
legge in Iraq era Al Qaeda, l’Esercito Islamico ha sempre combattuto
contro le milizie qaediste.
Ansar al-Islam. Gruppo nato già nel 2001 nel
Kurdistan iracheno, punta alla creazione di uno Stato islamico salafita.
Molto vicino ad Al Qaeda negli anni dell’occupazione Usa, ha garantito
protezione a molti dei suoi miliziani. Più difficili i rapporti con
l’Isil, che lo ha in parte marginalizzato: se prima del 2008 Ansar
al-Islam era attivo in quasi tutto il territorio iracheno, oggi si
concentra a nord, tra Anbar, Diyala e Salah-a-din. Il gruppo, finanziato
dagli iracheni all’estero e da ex baathisti, è responsabile di attacchi
contro esercito e polizia iracheni.
Consiglio Generale Militare dei Rivoluzionari. Corpo
che raccoglie le milizie delle varie tribù locali sunnite ed ex
generali dell’esercito, è nato all’inizio del 2014 come risposta alla
repressione da parte del governo di Baghdad delle proteste della
comunità sunnita nella provincia di Anbar. Il Consiglio ha ottenuto il
sostegno sia dell’Ordine Naqshbandi che dell’Esercito Islamico e ha più
volte negato di avere alcuna connessione con l’Isil. È presente nelle
province sunnite di Anbar, Diyala e Salah-a-din e nelle città di
Baghdad, Mosul e Abu Ghraib.
Consigli del Risveglio. Gruppo nato all’interno
delle tribù sunnite dopo l’invasione americana dell’Iraq, ha operato nei
primi anni per arginare l’avanzata di Al Qaeda nel paese, tanto da
essere integrato dal governo centrale all’interno delle forze di
sicurezza irachene. Il compito dei Consigli era garantire la sicurezza
nelle aree sunnite. Con la salita al potere di Maliki, i rapporti con il
potere centrale si sono spezzati e il gruppo ha aderito alle proteste
sunnite nel 2012 e nel 2013. Con l’avanzata dell’Isil ha ripreso le armi
contro i jihadisti. Attivo nella provincia di Anbar e nei quartieri
sunniti di Baghdad.
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