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03/10/2014

Guerra alla Jihad, tante bombe e una montagna di soldi


L’estensione della guerra alle milizie jihadiste anche in Siria fa salire le spese militari dei Paesi che aderiscono alla coalizione internazionale. E il conto potrebbe risultare salato soprattutto per gli Stati Uniti. L’Italia con le pezze al fondo pantaloni sarà base di transito e poco altro.

Le guerre stellari da tempo, a fare i conti di quanto costa ogni avventura militare al mondo. Ora il presidente americano Obama ammette che le agenzie di sicurezza e di intelligence americane hanno sottostimato l’attività dei gruppi jihadisti attivi in Siria, sovrastimando invece le capacità di risposta dell’esercito iracheno contro lo Stato Islamico. Quindi, preventivi sbagliati, sia militari sia economici. Le dichiarazioni di Obama arrivano con i primi prospetti sui costi che potrebbe raggiungere la missione militare internazionale guidata dagli Stati Uniti contro il terrorismo e le milizie jihadiste.

Costi esorbitanti, soprattutto se, come molti analisti ed ex funzionari della Casa Bianca ritengono, le operazioni dureranno molto mesi in più rispetto al periodo inizialmente ipotizzato. Secondo le stime fornite ad agosto dal Pentagono, le sole operazioni in territorio iracheno sarebbero dovute costare 7,5 milioni di dollari al giorno. Adesso, con l’estensione degli attacchi in Siria e la certezza di un prolungamento del conflitto, il rischio è di sforare il tetto dei 10 miliardi di dollari all’anno, se non addirittura il miliardo di dollari al mese. E pare che non si tratti neppure di numeri esorbitanti.

Tutto relativo. Una cifra molto superiore ai costi sostenuti dall’esercito Usa nella guerra in Libia del 2011, ma inferiore alle missioni in Afghanistan e in Iraq. Nel 2001 in Afghanistan, un miliardo di dollari a settimana e Iraq, invasione del 2003 fino al 2011, un trilione di dollari a settimana. Follia. Nella prima notte degli attacchi sferrati dall’aviazione americana in territorio siriano la scorsa settimana, gli USA hanno lanciato 47 missili da crociera Tomahawk, ognuno del costo di 1 milione e mezzo di dollari, e impiegato diversi jet F-22 Raptor che in ogni ora di volo bruciano 68mila dollari.

Secondo un documento di LookOut, le forze armate americane hanno schierato in Iraq e Siria gli F-22 Raptor, una sorta di sperimentazione per i caccia supersonici invisibili che operano ad alta quota, usati operativamente per la prima volta. Poi tutto il resto collaudato di ciò che vola in guerra. Tra loro i bombardieri strategici B-1B Lancer supersonici, con base a al-Udeid in Qatar. Aerei di tutti i tipi e di molti Paesi. Nel Golfo è presente la portaerei USS George Bush. Oltre a un sottomarino nucleare della Royal Navy britannica con a bordo missili da crociera Tomahawk ad alta precisione.

Fonte

Questi in una notte bruciano 70 milioni e mezzo di dollari in missili da crociera e poi hanno in casa una disoccupazione reale del 40%.
Questa è autentica follia, ben più perniciosa delle cazzate del neo Califfo.

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