Le menzogne di guerra hanno le gambe corte. Era il 12 agosto quando il "governo libico" o almeno la sua porzione facente riferimento a Tripoli aveva annunciato che Sirte era stata in gran parte liberata dalle milizie dell'Isis. A ruota gli erano andati dietro i governi europei e quello Usa e la loro stampa che avevano decantato i bombardamenti scatenati dall'aviazione statunitense sulla città come decisivi. Ma la realtà sul campo si sta rivelando assai diversa.
Le forze leali al governo libico di unità nazionale (quello riconosciuto dalle potenze occidentali) stanno incontrando una "feroce resistenza" da parte dei jihadisti dell'Isis che si trovano asserragliati in alcune aree di Sirte. A riferirlo è un suo portavoce. Ieri le forze leali al governo di Tripoli avevano lanciato un'ulteriore offensiva contro l'Isis, sostenute anche dai raid Usa. I combattenti dell'Isis si sono ritirati nell'ultimo distretto della città ma è difficile stanarli. "Stanno cercando di prolungare la battaglia anche se sanno che finirà presto".
Il portavoce ha poi aggiunto di sperare di "liberare Sirte prima dell'Eid", facendo riferimento alla festa islamica del Eid al-Adha, che cade intorno al 12 settembre. Ieri le forze del governo di unità nazionale di Tripoli avevano annunciato di aver lanciato un nuovo attacco contro le ultime sacche di resistenza dell'Isis a Sirte ma hanno lasciato sul campo 10 morti e 60 feriti, soprattutto a causa di attacchi suicidi e autobomba. Queste sacche sembrano essere più estese e solide di quanto lasciato credere fino ad ora.
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