A Livorno e provincia è scoppiato lo scandalo del traffico dei rifiuti pericolosi conferiti in discarica come rifiuti “normali”. Uno scandalo gigantesco, un reato pesantissimo che mette a serio rischio la salute di tutti, ma a scandalizzare l’opinione pubblica fino ad ora sono state le intercettazioni degli imputati, sprezzanti anche verso la vita di bambini ricoverati in ospedale.
Il video e l’articolo dello scandalo delle intercettazioni
Due le aziende sequestrate, la Lonzi srl e la Rari srl, entrambe di Livorno ed a pieno regime dentro il sistema di smaltimento livornese e toscano. Secondo l’accusa, nei loro impianti i rifiuti non venivano affatto smaltiti ma piuttosto tritati o miscelati. E a volte neppure questo. Lo scopo di tutto: massimizzare i profitti grazie al falso smaltimento, pagando una ecotassa regionale assai più bassa di quella dovuta. Gli inquirenti hanno calcolato un ricavo di oltre 27 milioni di euro a fronte di tasse evase a danno della Regione Toscana per 4,2 milioni.
Può sembrare strano ma in città nessuno è sorpreso. Gli incendi “improvvisi” ma scadenzati un paio di volte all’anno che lasciavano sul terreno tanta diossina, le lotte dei comitati dei quartier nord che volevano la delocalizzazione dopo tanti morti per tumore, la richiesta di trasparenza per il sistema privato di smaltimento rifiuti a Livorno rappresentano la storia di questa città e di chi aveva sempre lottato perché questi fatti non succedessero più.
Qui la nostra inchiesta del 2013 sugli interessi che girano intorno ai rifiuti a Livorno
http://archivio.senzasoste.it/…/il-denaro-non-puzza-ecco-ch…
Qui un articolo del 2014 con il presidio davanti alla Lonzi
http://archivio.senzasoste.it/…/livorno-bloccato-l-ingresso…
Qui un nostro editoriale di allarme del 2009
http://archivio.senzasoste.it/…/perche-lonzi-metalli-e-unaz…
Qui gli articoli dopo gli incendi del 2009 e del 2012
http://archivio.senzasoste.it/…/livorno-dopo-40-ore-lincend…
http://archivio.senzasoste.it/…/lonzi-metalli-un-incendio-p…
Ci sono anche due le discariche in Toscana finite nel mirino degli inquirenti: la Rea di Rosignano Marittimo, che pochi giorni fa ha ricevuto l’autorizzazione dalla Regione e dalle istituzioni locali al raddoppio (http://www.senzasoste.it/incredibile-scapigliato-piu-inqui…/), e la Rimateria di Piombino, entrambe a partecipazione pubblica. Non sono state sequestrate ma alcuni dipendenti della Rea sono stati raggiunti da misure interdittive. Le indagini dell’ex sostituto della Dda Ettore Squillace Greco sono ancora in corso: una cinquantina gli indagati.
Domanda finale: ma le istituzioni preposte al controllo finora dove erano? Noi ci ricordiamo che ogni volta che succedeva qualcosa erano più che altro preposte a minimizzare.
Redazione 14 dicembre 2017
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