Cosa accade al movimento aereo dell’aeroporto internazionale di Catania? Perché così pochi voli in entrata e in uscita?
“Attualmente – si legge in una nota della SAC, la società che gestisce l’aeroporto di Catania – la criticità bloccante è determinata dal sistema del controllo del traffico aereo”, cioè dal coordinamento tra la torre di controllo gestita da Enav e l’Aeronautica militare. In questo “coordinamento”, secondo la SAC, il traffico aereo dell’aeroporto catanese risulta fortemente penalizzato, considerato che l’Aeronautica militare consente un massimo di 20 voli ogni ora, in entrata e in uscita, che interessano l’aeroporto di Catania e quello di Comiso, nel ragusano. E il numero di 20 voli viene drasticamente ridotto in alcune fasce orarie: 9 voli l’ora, fra i due aeroporti, dalle ore 21 alle 7.
Perché l’aeronautica militare italiana impone questi movimenti?
Ufficialmente, il problema di tale situazione è causato “dalla indisponibilità di sufficiente numero di risorse nell’ufficio dell’Aeronautica Militare, ubicato a Sigonella e adibito a funzione di CTR, Control Traffic Region”. Quindi, l’Aeronautica Militare dovrebbe avere più controllori di volo sull’aeroporto di Sigonella. Attualmente, il radar in dotazione a Sigonella per il traffico degli aeroporti del sud-est siciliano è obsoleto.
Un nuovo radar ha un costo di non meno 5 milioni di euro, costo che il sindaco di Catania, Enzo Bianco(PD), vorrebbe risolvere chiedendolo alla Regione Siciliana, che, a sua volta, attingerebbe da fondi europei.
Ma è questa la vera ragione della “criticità” dell’aeroporto di Catania?
La verità è così drammaticamente palese, che in confronto i 50 milioni di euro di denaro pubblico che Bianco vorrebbe traferire all’Aeronautica militare, sono una barzelletta!
Infatti, c’è il tentativo, dalla SAC a Bianco, di nascondere questa verità, come denuncia il giornalista pacifista e antimafioso Antonio Mazzeo: “ Tutti insieme amichevolmente per occultare le vere ragioni della riduzione dei voli civili negli aeroporti di Catania e Comiso: l’iperdronizzazione della base Usa e Nato di Sigonella!
Sigonella, capitale mondiale dei droni da guerra, base avanzata per le forze speciali e di pronto intervento USA e NATO e, da oggi, anche centro strategico per i programmi di supremazia nucleare planetaria delle forze armate degli Stati Uniti d’America. Segretamente, senza che mai il governo italiano abbia ritenuto doveroso informare il Parlamento e l’opinione pubblica, nella grande stazione siciliana di Sigonella la Joint Tactical Ground Station (JTAGS), la stazione di ricezione e trasmissione satellitare del sistema di “pronto allarme” USA per l’identificazione dei lanci di missili balistici con testate nucleari, chimiche, biologiche o convenzionali. Una specie di “scudo protettivo” tutt’altro che difensivo: i moderni dottor Stranamore del Pentagono puntano infatti al controllo “preventivo” di ogni eventuale operazione missilistica nemica per poter scatenare il “primo colpo” nucleare evitando qualsiasi ritorsione da parte dell’avversario e dunque i limiti-pericoli della cosiddetta “Mutua distruzione assicurata” che sino ad ora ha impedito l’olocausto nucleare”.
“Rilanciamo – dichiara Luca Cangemi (PCI) – la denuncia di Antonio Mazzeo: I limiti dei voli civili su Catania dipendono dalle attività delle forze armate USA a Sigonella, in particolare i voli dei droni. Da anni diciamo che Sigonella è un ostacolo diretto allo sviluppo civile di una larga area della Sicilia”.
Altro che radar obsoleto dell’Aereonautica militare!
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