Al profitto bisogna solo obbedire: le stragi sono comprese nel prezzo
Strage di Genova: come non ricordare Livorno, Viareggio...?
L’Italia non è certo nuova ai disastri causati dalle privatizzazioni selvagge concesse generosamente da politici irresponsabili come Prodi e D’Alema.
La svendita del patrimonio dello Stato a favore dei “capitani coraggiosi” è stata uno dei punti di forza del declassamento dell’economia italiana, della crisi della democrazia, del peggioramento delle condizioni del lavoro, del degrado morale e intellettuale che dobbiamo innanzitutto al malgoverno degli ultimi 40 anni.
La tragedia di Genova non è certo riconducibile al terrorismo bensì, come affermato dal PM Francesco Cozzi, a “errore umano”. Omicidio plurimo, disastro colposo. Responsabili da individuare non solo ovviamente in “Autostrade per l’Italia” ma anche fra le autorità locali e ministeriali che avrebbero dovuto effettuare controlli che presumibilmente hanno disatteso.
C’è da chiedersi se il gruppo Benetton che gestisce “Autostrade” attraverso la sua holding finanziaria – ed è responsabile di ignominiose campagne di espropriazione in Patagonia contro le comunità Mapuche (che tuttavia continuano a combattere per i loro diritti nonostante la feroce repressione del governo locale molto amico dei profeti della globalizzazione), distruttore di enormi distese dell’Amazzonia, utilizzatore delle braccia di bambini in Bangladesh per i suoi maglioni... – c’è da chiedersi quali altri disastri può procurarci nei 3000 km di strade che gestisce assieme a tanti Autogrill?
L’irresponsabilità criminale dimostrata per il ponte Morandi non depone certo a facili ottimismi.
L’esecutivo gialloverde dovrà muoversi con estrema celerità per attivare una rete nazionale di ispettori relativa alle concessioni non solo di questo ormai screditato gruppo ma anche di tutti gli altri concessionari di servizi infrastrutturali.
E naturalmente la ricostruzione del ponte, a carico di “Autostrade” dovrà essere riconosciuta solo come provvisorio risarcimento mentre mi auguro che vada spedita la pratica (non facile) di revoca.
Sarebbe opportuno che la tragedia di Genova venisse interpretata non come un accidentale episodio del neoliberismo ma come un evento terrificante in coerenza con la sua teologia che si fonda su un assunto repellente: al profitto bisogna solo obbedire perché in tal modo dalla tavola dei ricchi per “gocciolamento” qualcosa arriverà anche ai poveri. Milton Friedman docet.
Quanti sono i morti sul lavoro? Molti ma è anche vero che un sistema adeguato di protezione è costoso e fa calare gli utili. E’ bene che non ci siano ispezioni perché anche queste costano.
Quanti sono i morti affogati nel Mediterraneo? Ci sarebbero questi viaggi della speranza, controllati da un business maleodorante, se l’Occidente capitalistico non affondasse le sue fauci nel Continente per saccheggiarlo, devastarlo, inquinarlo, uccidendo milioni di africani in Congo, Mali, Costa D’Avorio, Centrafrica, dopo avere ucciso i suoi leader (Cabral, Lumumba, Sankara, Gheddafi...)?
E quanti sono i morti in Siria, in Yemen, in Iraq ? Sono un effetto collaterale necessario. L’Unione Europea e gli Stati Uniti devono colonizzare quelle terre. Debbono assicurare che i flussi di energia siano sotto il loro controllo. Ne va di mezzo il profitto, la crescita, il PIL, la stabilità monetaria.
Con i Benetton crolla l’ideologia che ha accompagnato il loro percorso finora vincente, l’ideologia smerciata da giornali come La Repubblica, L’Espresso, La Stampa, venduta politicamente dalle sinistre anticomuniste e antipopolari, l’ideologia del buonismo neoliberista e globalizzante che si fonda a parole su valori di libertà e di solidarietà e che nei fatti snocciola terrore e morte.
I girotondi di bambini sorridenti e felici di tutti i colori vestiti tutti allo stesso modo globalizzati, tipici degli spot Benetton, richiamano un mondo che non esiste. Perché in quei girotondi non ci sono i bambini che lavorano nell’Asia meridionale per Benetton mal pagati e mal vestiti?
Un’ideologia “multirazziale”, LBGT, femminista, senza frontiere, pacifista, rispettosa delle etnie. Un’ideologia “positiva” composta e gestita per allocchi e affini: ricordate «We are the world»? Un insieme di proposizioni non a caso portato avanti dalla Clinton in campagna elettorale mentre finanziava terroristi e tagliagole
Salvini accusa Bruxelles. Un’accusa di forte richiamo, ma fuori luogo. Va sottolineato tuttavia che se l’oligarchia europeista non è responsabile per il crollo del ponte, lo è senz’altro delle guerre contro i popoli dell’Ucraina, della Siria, dello Yemen, della Libia come del crollo economico e sociale dell’Europa mediterranea. La fuoruscita dall’Unione e dall’euro è quindi indispensabile per la ricostruzione del Bel Paese, per la rivalutazione della democrazia, mediante il recupero di uno Stato che investa massicciamente nelle infrastrutture, nella scuola, nella sanità, nella ricerca.
Impossibile? No, con un forte movimento popolare, con una democrazia realmente partecipata (non cliccata), con il ripristino della sovranità nazionale, con la solidarietà di realtà politiche come La France insoumise e Aufstehen.*
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