Nel bel mezzo dello scontro tra M5S e Lega sull’emendamento al disegno di legge “anticorruzione” che punta a sospendere la prescrizione in presenza della sentenza di primo grado, la deputata veneta Businarolo (M5s), con la bava alla bocca, urlava ai microfoni dei giornalisti “La Riforma della prescrizione si farà, non arretriamo!”. Quale sacro furore.
Tempo fa, a chi gli ricordava la drammatica situazione di sovraffollamento delle carceri, Luigi Di Maio rispose che il governo avrebbe avviato un grande piano di costruzione di nuove, grandi ed efficienti galere probabilmente ignaro della Sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo di pesante condanna nei confronti dell’Italia e del suo sistema penitenziario per violazione dell’articolo 3 della Convenzione Europea ovvero la proibizione di trattamenti inumani e degradanti.
Ora so bene che il ministro Bongiorno si riferisce ai suoi facoltosi e potenti clienti quando dice che la norma sulla prescrizione voluta dai 5S sarebbe “una bomba” sull’attuale sistema giudiziario basato su tre gradi di giudizio e che ai poveracci conviene sempre patteggiare anche se sono innocenti.
Ma non è abolendo tout court le garanzie della difesa che si riforma un sistema giudiziario sicuramente malato.
Qualcuno dovrebbe ricordargli i principi costituzionali in materia di processo civile e penale che il legislatore ordinario italiano dovrebbe sempre tenere in conto. È ciò che sta nella Costituzione, quella tanto invocata e sbandierata in occasione del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, quando la maggioranza degli italiani respinse il testo di legge costituzionale della banda Renzi/Boschi.
Il legislatore, in particolare, non dovrebbe mai dimenticare che l’art. 24 Cost. prevede che «la difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento». Il che vuol dire che il diritto di difesa deve essere garantito in ogni grado di giudizio, ovvero, in Primo grado, in Appello ed in Cassazione (più ulteriori gradi di impugnazione così detta “straordinaria”) e, più nello specifico, in ogni momento di ciascun grado di giudizio.
I nostri obietteranno che i processi durano troppo a lungo perché i tribunali sono intasati sicché i “corrotti” ed i “delinquenti” così la fanno franca avvalendosi dei termini di prescrizione. Sono le argomentazioni tanto care a Marco Travaglio e a Pier Camillo Davigo. Ed allora perché non approvare da subito misure urgenti per velocizzare i processi e rendere più efficienti i tribunali? Ah, è vero, per fare le riforme, quelle vere, ci vuole tempo, tanto tempo.
Come al solito i terribili “rivoluzionari” non sanno nemmeno da dove cominciare per fare una modesta riformetta che ridia efficienza e velocità al sistema giudiziario senza sacrificare elementi essenziali dello Stato di diritto.
Ed allora, cari neogiustizialisti pentastellati, vi do un bel consiglio: perché non tagliate la testa al toro e fate subito un bel decreto per l’introduzione della ghigliottina con rito sommario di piazza e buonanotte al secchio? Perché tergiversare ancora? Ghigliottina: pratica ed efficace. Tutti gli altri li muriamo vivi in moderne carceri opportunamente insonorizzate, così da non sentir più quelle fastidiose urla mentre vengono pestati e torturati e qualche volta mandati pure all’altro mondo.
Nella storia recente le ondate giustizialiste hanno sempre fatto da preludio ad un’affermazione delle destre peggiori. Due esempi per tutti: quella italiana che ci ha regalato vent’anni di Berlusconi e, di recente, quella brasiliana che ha fatto da battistrada all’elezione del fascista Bolsonaro.
E sapete perché? La magistratura che riempie il vuoto politico è una patologia dei sistemi democratici e quando c’è un vuoto di politica e di democrazia si aprono varchi alla peggiori manovre della reazione.
Se è vero che una giustizia posta sotto il controllo degli esecutivi è regime, è sempre vero anche il suo contrario.
Gli apprendisti stregoni a cinque stelle, da un pezzo, ormai, lavorano a tempo pieno per Salvini ma forse sono gli ultimi a npon averlo ancora capito. Non sarà certo per questa manfrina forcaiola e giustizialista che recupereranno il terreno perduto.
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