04/11/2018
Trieste - Una multitudine antifascista che non fa sconti al Pd
In una Trieste di confine oggi sono scese in piazza migliaia di persone arrivate da tutta Italia per contrastare la calata di Casapound in città, venuta a celebrare la fine della Grande guerra in una città che proprio dopo quella guerra è entrata a far parte dell'Italia.
Una Trieste di confine appunto, in cui Casapound è arrivata con una trentina di pullman per sbandierare e rilanciare un concetto di Patria e fascismo che ben conosciamo. Ma l’accoglienza è stata oltremodo netta e decisa: negozi chiusi e città blindata, e un intera città che è scesa in piazza a fianco dei movimenti sociali e politici del Friuli, sindacati di base e molte moltissime persone arrivate da tutto il nord Italia.
Un grande manifestazione antifascista con più di 5000 persone ha sfilato per la città con parole d'ordine chiare e determinate: liberiamoci dai fascismi! Fuori i fascisti dalle città! “Da due mesi assistiamo ad un martellamento continuo contro il nostro corteo” ha scritto su facebook Casapound, accusando tutti, dal sindaco alle comunità religiose, la comunità slovena, i centri sociali, l'Anpi e la Cgil, di attacco alla democrazia. Oggi in piazza una forte presenza di USB, a dimostrare poco distante dai “morti”, c'è un sindacato di base che sta a fianco dei lavoratori e che pratica l’antifascismo ogni giorno.
Anche Potere al Popolo è presente all'appello, e in aperta opposizione con quella parte del PD che ha tentato di far sventolare le sue bandiere. “Non si può essere antifascisti e sventolare la bandiera di un partito che si è reso complice delle peggiori pratiche di massacro sociale negli ultimi anni”. A Trieste come a Catania quest'estate, l’antifascismo praticato oggi è stato netto e deciso, è stato militante ma soprattutto sociale, perchè si sa che il razzismo e la xenofobia nascono da disuguaglianze e privazione di diritti.
A fianco degli attivisti sociali e politici, infatti, ci sono stati i migranti, i giovani e gli anziani, lavoratori e disoccupati ma soprattutto tantissimi cittadini di Trieste che i fascisti, vecchi e nuovi, nella loro città non solo non li vogliono, ma li detestano e li cacciano. Domani Mattarella farà la sua celebrazione in città, istituzionale e di rappresentanza. Ma quella, non potrà che essere una rappresentazione finta di antifascismo di facciata, appunto, che mai potrà essere una pratica militante e reale come quella che ha visto oggi Trieste.
In piazza questo week-end ci sono seminatori di sfruttamento e odio, e il corteo è contro di loro. È un week-end che ci parla di fascismo, di guerra, di imperialismo, di paura e di macelleria sociale insieme, e della conseguente necessità di opporsi a tutto questo.
Contestare il progetto reazionario di cui fa parte Casapound ma anche e in prima istanza Mattarella e il PD non è solo un dovere, è una necessità storica. È bene fissarsi in testa tutto questo, perché dobbiamo essere in grado di distinguere le pericolosissime marionette del potere dal potere stesso. Per questo l’agibilità di Casapound è un grave problema, ma occorre capire bene che è l’agibilita dei “democratici europeisti” a creare le condizioni affinché il discorso razzista e reazionario trovi terreno fertile. Sono i liberali che li hanno sdoganati in questi anni. Dalle fogne i fascisti non ci sono usciti da soli, mai, in nessuna epoca della lunga storia del nostro paese. Sono sempre stati strumento del potere di controllo sociale e repressione delle lotte.
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