Capita che all’ultima puntata della trasmissione domenicale di Lucia Annunziata, “Mezzora e +“ venga intervistato il sempre arzillo Romano Prodi a commentare e dissertare sull’attuale fase politica e sulle peripezie governative, chiamate decreti stop and go.
Le sue, se così vogliamo definirle, sono delle vere e proprie “perle di saggezza”, ad uso e consumo di Bonomi, Agnelli & company.
Eccone uno spaccato:
– le riforme strutturali che il Bel Paese ha bisogno necessitano, per essere avviate, dì soldi, di soldi ed ancora soldi alle imprese. È solo così che può partire un vero e proprio Rilancio, da qui il deciso e pressante invito a Conte ad intervenire con urgenza.
– In tema di nazionalizzazioni il ns. non si fa certamente trovare impreparato. Inizialmente disserta sul passato dell’IRI (l’istituto pubblico che nel dopoguerra promosse la ricostruzione economica arrivando a garantire occupazione a circa 500.000 lavoratori) suo personale (essendone stato Presidente per un decennio) bypassando ovviamente la messa in mora definitiva ad opera sua e di altri sodali, per giungere alla conclusione che si è in una fase della Storia oramai superato laddove invece si richiede l’utilizzo del denaro pubblico per rivitalizzare aziende e conseguentemente nazionalizzarle, così come da più parti si avanza invece sia per Alitalia che per l’ex Ilva.
– Si passa poi al capitolo riguardante la F.C.A. Esso è frettolosamente liquidato con due considerazioni. La prima è legata alla richiesta che gli Agnelli hanno fatto al Governo in carica, ovverosia un prestito di più di 6 miliardi di Euro. Secondo Prodi questa operazione può andare tranquillamente in porto se la F.C.A. garantisce come ai “ bei tempi” l’occupazione in suolo italico. La seconda considerazione è riferita al fatto che la sede legale è all’estero, più precisamente in Olanda. Quindi, di per sé, un problema.
Ma il Romano nazionale scansa la risposta sottolineando che il problema delle sedi legali fuori dai confini nazionali è generalizzabile un po’ dappertutto in un contesto internazionale.
La risposta, vien da dire, spetta a noi...
– le garanzie, si sa, in questo Paese si danno un tanto al chilo, ragione per cui non dobbiamo preoccuparci su come le nostre maggiori entrate determinate sotto la voce Turismo ed affini, procederanno nella fase 2. Basta porre e far valere le “nostre regole”!
– Concludendo le domande rivolte dalla conduttrice televisiva ci si trova davanti alla propria e vera quadratura del cerchio.
Siamo o no di fronte ad una possibile erosione tra il Centro dello Stato, inteso come Governo della Repubblica e sue Istituzioni parallele, e Periferie, a loro volta da intendersi come Regioni?
La risposta è lapidaria: lo Stato deve avere voce in capitolo su disposizioni generali. Poi quello che avviene nelle Regioni deve essere in capo esclusivamente a loro stesse!
Traduzione non citata ma deduzione logica che va nella scia del Bonaccini pensiero, è via libera all’Autonomia differenziata.
Chiaro, no?
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