Continua lo stato di agitazione dei lavoratori della Treofan di Terni in una delle fasi più critiche delle trattative tra sindacati e la multinazionale indiana Jindal. Quest’ultima dopo aver dichiarato di voler vendere il sito produttivo di Terni, adesso sembra prendere tempo. Ma i lavoratori non si fidano, sono in sciopero dal 29 giugno e da ieri bloccano le merci in entrata e uscita e la strada davanti alla fabbrica.
Il Mise, è stato informato del costante svuotamento di ordini e prodotti alla Treofan di Terni (fino ad arrivare dai primi mesi del 2020 alla fermata per 12-13 giorni al mese della laccatrice, il macchinario che produce film ad alto valore aggiunto). La proprietà, la Jindal, la spiega con la perdita di ordini e clienti. Ma altri dati indicano l’esatto contrario e cioè che le produzioni sono state trasferite nei siti di Brindisi e di Virton (Belgio), i quali stabilimenti hanno avuto un incremento dei volumi produttivi inversamente proporzionale a quelli di Terni.
Il giornale locale Umbria 24 riferisce che un messaggio arrivato nella notte allertava lavoratori e sindacati della volontà, da parte dell’azienda, di forzare il blocco delle portinerie, per consentire nuovamente l’uscita dei prodotti finiti, con l’intervento, se necessario della polizia. Ma i lavoratori hanno ritenuto che per convincere la proprietà a investire ancora su Terni, la strada sia proprio questa: far marciare gli impianti bloccando però i rotoli di film di polipropilene dentro il magazzino. Già ieri un camion è stato respinto e lasciato andar via senza il carico.
Al blocco hanno partecipato anche attivisti di Potere al Popolo, con un loro striscione di solidarietà con i lavoratori.
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