Non è un refuso, avete letto bene. La Grecia ha fatto sapere di aver stanziato ben 5,5 miliardi di euro per il suo programma di riarmo militare. Si tratta di un aumento del 57% rispetto alle spese militari del 2019 e rivela il clima sempre più teso nel Mediterraneo orientale con la Turchia.
Come vediamo la pandemia del Covid-19 non ha fermato i piani del governo di centrodestra in Grecia di aumentare le spese nel settore della difesa. Il Parlamento di Atene ha approvato nella notte il piano di spesa per il 2021.
La volontà di aumentare le spese per la difesa è stata confermato in Parlamento dal premier Kyriakos Mitsotakis che ha indicato in 5,5 miliardi di euro la cifra stanziata per il settore nel 2021, ovvero il doppio rispetto al 2020.
La cosa fa indignare ma non deve sorprendere. La Grecia, pur devastata da anni di austerity imposta dalla Troika europea, è uno dei membri della Nato più zelanti nell’assolvere al diktat di dedicare almeno il 2% del Pil alle spese militari – come richiesto dagli Stati Uniti – attestatosi al 2,3 per cento nel 2019.
Il governo di centro-destra guidato da Nuova democrazia ha colto al balzo l’inasprirsi delle tensioni con Ankara, alla luce delle attività esplorative “illegali” turche nel Mediterraneo orientale, ed ha spinto l’esecutivo a pianificare un ulteriore rafforzamento del proprio apparato militare che, per paradosso, serve a fronteggiare un “alleato” nella Nato come la Turchia.
Non solo. Questa sorta di keynesismo militare va a vantaggio del complesso militare-industriale europeo. Una delle prime commesse dovrebbe essere l’acquisto di 18 aerei Rafale prodotti dalla francese Dassault su cui lo stesso premier Mitsotakis ha confermato che la Grecia firmerà tra pochi giorni l’accordo con la Francia.
Il costo complessivo per l’acquisto dei Rafale si aggira attorno ai 2,5 miliardi di euro. Di questi 400 milioni sarebbero necessario per l’acquisto dei missili prodotti dal consorzio militare europeo Mbda. Secondo quanto emerso negli ultimi giorni, la Grecia potrebbe essere interessata anche all’acquisto di fregate francesi, nonostante alcuni ambienti militari siano orientati verso le statunitensi Lcs.
Ma per non scontentare gli Stati Uniti ce n’è anche per la società statunitense Lockheed Martin attraverso il ricambio degli F-16 in dotazione alla Grecia.
Il boom di spese militare avviene mentre il Pil della Grecia è previsto in calo del 10,5% per quest’anno con il deficit di bilancio che dovrebbe raggiungere gli 11,77 miliardi (oltre il 7 per cento del Pil) nel 2020 e i 6,67 miliardi di euro nel 2021. A quel punto il rapporto deficit Pil dovrebbe salire fino al 208,9%.
L’agenzia Nova riferisce della decisamente tiepida reazione di Tsipras, secondo il quale “Se c’è una parola per descrivere il bilancio statale per il 2021 e la gestione da parte del governo di tutte le situazioni critiche è fallimento”, ha affermato in aula il leader del principale partito dell’opposizione (Syriza), Alexis Tsipras. “Non stiamo votando contro l’aumento delle spese. Ma non vi diamo carta bianca, senza consultazioni, senza un piano ed una strategia”, ha aggiunto l’ex premier.
Più netta la posizione del Pame, il combattivo sindacato dei lavoratori greci, secondo cui: “La pandemia ha mostrato chiaramente che i vicoli ciechi di questo sistema vengono pagati con vite umane e con il deterioramento della qualità della vita della classe operaia e degli strati popolari. Il bilancio dello Stato prende il testimone dai precedenti governi antioperai e dalle misure antipopolari, continua l’attacco ma allo stesso tempo incanala il denaro ai gruppi affaristici e agli armamenti della NATO”.
Il servizio della Nova segnala poi che parallelamente al potenziamento dell’apparato militare, la Grecia sta portando avanti in questi mesi una intensa azione diplomatica cercando di fare leva sull’Ue per imporre sanzioni alla Turchia, “rea” di minacciare la sovranità di due Stati membri come Grecia e Cipro. Ma su questo fronte, per ora, la Grecia sembra aver trovato maggiore ascolto negli Stati Uniti che nell’Unione Europea.
Nel corso della visita ad Atene dello scorso ottobre da parte del segretario di Stato Usa Mike Pompeo, è stato firmato un protocollo per ampliare l’accordo di cooperazione reciproca nel settore della difesa (Mdca). La Grecia ha inoltre potenziato i suoi rapporti militari con altri Paesi della cordata Emirati Arabi, Egitto e Israele con l’obiettivo di consolidare un’alleanza regionale contro la Turchia.
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