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19/12/2020

Conte come Toti

Dopo aver confusamente illustrato il pasticcio dell’alternanza di semafori gialli, rossi, arancioni, con cui il governo gestisce le festività natalizie, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è trovato di fronte alla domanda che tutte le persone con un minimo di coscienza oggi si pongono. Perché in Italia abbiamo così tanti morti?, gli ha chiesto una giornalista.

Conte, nella precedente conferenza stampa, avvenuta proprio nel giorno in cui il paese aveva subito quasi mille vittime, non aveva pronunciato una sola parola sui morti, mentre era impegnato a spiegare che stava andando tutto il meglio possibile.

Ora, non potendo più sottrarsi a un tema per lui inesistente, il presidente del consiglio si è trasformato in sociologo da strapazzo.

Conte ha detto: in Italia ci sono tanti morti COVID perché ci sono tanti vecchi, che sono malati e vivono coi più giovani.

Prima di tutto Conte ha volutamente dimenticato la strage nelle RSA. Poi ha ignorato che la Germania ha tanti anziani come noi e rispetto alla popolazione un terzo dei nostri morti. E che il Giappone ha una popolazione ancora più anziana della nostra e rispetto ad essa un ventesimo dei nostri morti.

Infine, dopo aver propinato le superficiali sciocchezze che sentiamo da mesi, da parte di chiunque minimizzi o ignori la strage, alla fine il Presidente del Consiglio ha liquidato la faccenda come problema di scienziati e non di politici.

Dopo Toti che twittò che il virus colpisce solo “persone non indispensabili allo sforzo produttivo“, dopo il “pazienza se qualcuno muore” di Guzzini, ora il cinismo eugenetico giunge al vertice del governo della Repubblica.

Non sono i tagli alla sanità, la mancata organizzazione, i finti lockdown, i pasticci governo-regioni, la povertà dilagante, ad aver messo l’Italia in vetta all’Europa per morti Covid. No, è il numero eccessivo, la debolezza particolare e la “cattiva abitudine” di stare in famiglia degli anziani.

La strage non è una sconfitta del sistema Italia e della sua classe dirigente, ma una vittoria della selezione della specie.

Di tutte le autoassoluzioni che Conte poteva produrre, questa è la più miserabile.

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