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15/12/2020

Il revisionismo storico a spese di Peppino Impastato

Da tempo è in atto un processo di revisione che non si ferma più all’operato storico ma tende a scendere più in profondità, riscrivendo finanche il pensiero di quei personaggi che sono entrati di diritto – per i loro meriti e le loro azioni – nella memoria collettiva, ma che hanno avuto il “torto” di farlo da una prospettiva differente, di rottura rispetto ai canoni tradizionali.

Personaggi che il pensiero dominante oggi vorrebbe svuotare della loro componente ideale, della loro matrice e connotazione politica.

Gli strumenti utilizzati in tal senso sono tanti: il cinema, la televisione, i giornali, il web. Nel recente passato, l’esempio più eclatante è stato forse quello di Nelson Mandela, ridotto talvolta dalla narrazione “mainstream” al ruolo di sterile icona pacifista, cancellandone il ruolo di combattente e la sua militanza nel Partito comunista sudafricano.

Anche la figura di Peppino Impastato, per quello che ha significato la sua azione politica e la sua antimafia sociale, è stato spesso oggetto di forzature ideologiche.

Peppino però indiscutibilmente, come ci ricorda la scritta apposta sulla sua lapide è stato un “rivoluzionario e militante comunista assassinato dalla mafia democristiana”.

Sembrerebbe banale ribadire il concetto, ma in realtà non lo è.

Da tempo la sua figura viene tirata politicamente per la giacchetta, sopratutto da una certa “sinistra”, ridotta spesso a generiche istanze “pacifiste”; questo nonostante il campo politico di appartenenza fosse chiaro, netto, inequivocabile.

Non è certo un’esagerazione ribadire ciò se anche Salvo Vitale, scrittore, poeta e insegnante, amico in gioventù con Peppino, con cui ha condiviso tante battaglie politiche, si è sentito in dovere di precisarlo in un post sul suo profilo Facebook.


“Questa è la frase di Peppino, che ho trovato scritta in una sua agendina – e che ho pubblicato nella breve silloge delle sue poesie ‘Amore non ne avremo’. La foto sottostante rappresenta un chiaro esempio di rimozione e di manipolazione. È stata rimossa la parola ‘comunismo’, giudicata, chissà perché, non opportuna, e sostituita con la parola ‘pace’, ritenuta più potabile. Il tutto aggiungendo la firma di Peppino”

Nella nuova fase revisionista ormai evidentemente si stravolgono pure le citazioni autografe, però a tutto c’è un limite.

La citazione originale, e bene ha fatto Vitale a ricordarlo, è la seguente:

“Il comunismo
non è oggetto di libera scelta intellettuale,
né vocazione artistica:
è una necessità materiale e psicologica”
Peppino Impastato


Per chi volesse consultare la fonte, può trovarla (oltre che nella raccolta di Vitale) nel libro Lunga è la notte. Poesie, scritti e documenti (di) Giuseppe Impastato, a cura di Umberto Santino, Centro siciliano di documentazione di Peppino Impastato*.

La frase è appunto tratta dagli appunti di Peppino riportati nella sua agendina tascabile e datata 1972.

* (Si ringrazia Elio Teresi, dell’Associazione Radio Aut, che ha pazientemente provveduto a ricercare il testo e a scannerizzare e inviarci le pagine di interesse)


Fonte

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