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31/12/2020

Chi c’è dietro lo show cubano a San Isidro?

A partire dalla fine del XIX secolo, il quartiere di San Isidro a L’Avana Vecchia si è trasformato in “zona a luci rosse”. Un quartiere di gente umile, vessato dalla presenza dei marines statunitensi che sbarcavano in cerca di divertimento e di sesso a buon mercato. La sua vita è cambiata quando la Rivoluzione ha trionfato nel 1959.

Il quartiere dell’Avana, un tempo disprezzato, conta adesso su 14 ambulatori medici, una clinica di medicina tradizionale, una clinica veterinaria, tre asili nido, un giardino d’infanzia e quattro scuole.

Ho avuto l’opportunità di partecipare con i vicini del luogo, a un dibattito di quartiere organizzato dai CDR[1] circa due anni fa, in omaggio al Comandante in Capo, Fidel Castro Ruz.

Ci siamo incontrati, senza spalti né discorsi prestabiliti, ai piedi della Ceiba[2] del parco. Ricordo due interventi, uno in cui, a nome di tutti i vicini, un compagno, a partire dalla sua fede religiosa, dichiarò il suo appoggio incondizionato alla Rivoluzione.

L’altro fu quello di un anziano, che chiese ai suoi concittadini di ricordare com’era quel posto prima del 1959 e come molti di loro, da bambini, vennero a conoscenza di casi di donne che erano state oltraggiate dai marines statunitensi.

Tuttavia, queste commoventi storie di trasformazione sociale non sono quelle che emergono nei media internazionali e nelle reti virtuali che in questi giorni hanno focalizzato la loro attenzione su questo popoloso quartiere.

Nuovo show anticubano

La vita quotidiana in questo quartiere è stata alterata da un gruppo di persone – 14 in totale, quattro delle quali appartenenti al cosiddetto Movimento San Isidro – che sono diventate il centro di un nuovo show controrivoluzionario, promosso e sostenuto dal governo statunitense.

Lo spettacolo è molto simile a quello che, in altre occasioni, è stato messo in scena da altri gruppi mercenari o di marionette al servizio del governo degli Stati Uniti. Non dimentichiamo il connotato, per i suoi tratti ridicoli e di falsità, “sciopero dell’avocado”, durante il quale la sua promotrice è stata colta ad assaggiare appetitosi menù.

Non tutti recitano lo stesso ruolo nello spettacolo: alcuni dicono di essere in sciopero della fame e della sete, altri solo della fame, e molti fanno festa, come si può vedere nelle trasmissioni in diretta, una sorta di reality show che è solito realizzare il “movimento” attraverso i social network, in azioni di auto promozione o reportage rivolti a quelli da cui ricevono i finanziamenti.

Il gruppo, per il momento, esige due cose: la prima, il rilascio di Denis Solís González, presentato come un giovane artista censurato, che stando a quanto sostengono era scomparso dopo essere stato arrestato dalla polizia. Denis Solís sta attualmente scontando una pena detentiva di otto mesi per il reato di oltraggio alle autorità. Questo cittadino non ha presentato ricorso contro la sentenza.

L’Agenzia Cubana del Rap, un’istituzione culturale riconosciuta a livello internazionale, ha smontato la grossolana argomentazione che i manipolatori avanzano sul loro rapporto con l’arte: “La voce di un principiante senza un’opera consolidata non può essere invocata come rappresentativa del nostro hip hop, tanto meno quando si sa che gli interessi che difende fanno parte del piano eversivo orchestrato contro la Rivoluzione Cubana”.

La natura di queste trame non ha richiesto molto tempo per essere chiarita addirittura dallo stesso Solís González che, in un video trasmesso sui social network, ha ammesso di avere legami con persone che hanno finanziato atti violenti contro Cuba, come nel caso di Jorge Luis Fernández Figueras, accusato dalla giustizia cubana di appartenere a un gruppo terroristico con sede a Miami, che ha promesso di inviargli 200 dollari se avesse portato a termine le sue istruzioni.

Cos’è il presunto Movimento San Isidro?

Il creato ad arte, Movimento San Isidro, centro di un boom mediatico orchestrato dall’articolate rete di media al servizio degli interessi degli Stati Uniti, non rappresenta per niente il quartiere umile, laborioso e rivoluzionario del quale hanno preso il nome e che ripudia la presenza di persone che vivono di scandali, commettono azioni degradanti e addirittura manipolano minorenni per le loro performance volgari e provocatorie.

Luis Manuel Otero Alcántara, che viene identificato come il leader del gruppetto, ha su di sé un abbondante dossier di provocazioni, che sono state sostenute e coperte da Mara Tekach, quando svolgeva la funzione di incaricata d’affari dell’ambasciata statunitense all’Avana. Tra i politici per i quali dichiara ammirazione si distinguono parlamentari che hanno promosso l’inasprimento del blocco genocida contro il popolo cubano.

Nei reality show che sono abituati a fare si può vedere il degrado esistenziale e culturale del suo gruppo e il legame con terroristi di Miami, che hanno compiuto azioni violente contro il nostro Paese.

In una delle trasmissioni in diretta che hanno fatto, uno dei membri del presunto Movimento ha salutato il terrorista William González Cabrera, responsabile del finanziamento di azioni contro infrastrutture e esercizi commerciali a Cuba, come i tentativi di dare fuoco a una caffetteria, un barbiere e un negozio di generi alimentari, e un altro membro del gruppo ha chiesto informazioni su azioni che si sarebbero dovute compiere con bombe molotov.

Mentre si tesseva la sceneggiatura del montaggio della solidarietà con Denis Solís, i suoi “fratelli” di causa si sono potuti vedere mentre festeggiavano in un video che circolava in rete, un atteggiamento che contrasta con il martirologio che, a poche ore di distanza, mettevano in scena.

Il secondo pretesto che hanno inventato, per guadagnare popolarità con la loro provocazione, è l’eliminazione dei negozi in MLC[3], misura necessaria per affrontare l’intensificarsi dell’assedio economico attuato dall’amministrazione di Donald Trump, aggravato dalla crisi generata dal Covid-19.

Colpisce il fatto che agli stessi individui che esigono questo, qualcuno stia acquistando cibo dall’estero in questi negozi attraverso una piattaforma online, nel bel mezzo dello sciopero della fame e della sete che dicono di sostenere.

Chi muove i fili?

Il nuovo show, allestito da Washington e Miami, fa parte dei piani di eversione contro Cuba, e ha precedenti in altre azioni simili organizzate, eseguite e finanziate da quel governo nel tentativo di distruggere la Rivoluzione.

Se analizziamo il modus operandi del cosiddetto Movimento San Isidro, troveremo molte costanti presenti nella strategia del golpe suave del manuale del politologo nordamericano Gene Sharp, in quanto si notano diverse somiglianze tra i piani eseguiti nel Maidan ucraino, le guarimbas venezuelane e le azioni di gruppi di delinquenti durante il colpo di Stato contro Evo Morales in Bolivia...

Si osserva, come tendenza, quella di usare banditi e persone di scarsa statura morale che si prestino per servire da agenti di un governo straniero, con l’obiettivo di promuovere il caos e alimentare la narrazione della violenza e della repressione, che viene propagata da una finanziata e articolata rete di media digitali e tradizionali.

Alcuni funzionari del governo degli Stati Uniti non hanno nascosto la loro complicità con quanto è accaduto all’Avana, un fatto che contrasta con il comportamento del nostro governo di non interferire negli affari interni di altri Paesi.

Michael Kozak, sottosegretario ad interim dell’Ufficio per gli Affari dell’Emisfero Occidentale del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, fervente sostenitore del blocco e della chiusura delle rimesse, ha fatto diverse dichiarazioni di sostegno al Movimento San Isidro, così come il senatore repubblicano della Florida Marco Rubio,[4] il cui curriculum anticubano è ben conosciuto dal nostro popolo.

E nemmeno poteva mancare, quando si tratta di ingerenze, Luis Almagro, segretario generale dell’ormai screditata OSA, che non ha perso tempo nel mostrare il suo sostegno a questa nuova azione anticubana.

Ai funzionari yanquis (statunitensi), ai membri anticubani del Congresso e al segretario generale dell’OSA non interessano gli effetti sulla salute che un atteggiamento irresponsabile potrebbe avere su alcune delle persone coinvolte. Quello che cercano a tutti i costi è screditare il percorso pulito ed esemplare della Rivoluzione, recentemente riconosciuto con l’elezione di Cuba a membro del Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU, questo per sostenere le giustificazioni del governo degli Stati Uniti per il mantenimento del blocco genocida che colpisce tutto il nostro popolo.

Questa azione provocatoria, i cui fili sono tirati da Washington e Miami, vorrebbe screditare la ricca storia della Rivoluzione, che non ammette cedimenti alle pressioni dell’impero, né di una manciata di fantocci. Il popolo cubano ha conosciuto nel gennaio del 1959 il valore dell’indipendenza, della sovranità e della fede nella piena dignità dell’uomo: a quelle conquiste che sono costate tanto sangue glorioso non è disposto a rinunciare.

Note:

[1] Comitati di Difesa della Rivoluzione, (n.d.t.).

[2] Albero dal fusto massiccio presente nelle Americhe.

[3] Moneda Libremente Convertible. Da alcuni mesi per decisione del governo cubano sono state aperte da due catene di negozi statali che in tutta l’isola hanno più di 4000 esercizi, una settantina di negozi dove il pagamento si effettua con valuta straniera. L’iniziativa è finalizzata a raccogliere valuta pregiata in un momento di grande ristrettezza economica dovuta alla crisi economica mondiale e i suoi effetti a Cuba e all’inasprimento del bloqueo degli USA. Su questa scelta legittima e finalizata in ultima istanza al beneficio economico della popolazione, la controrivoluzione, che appoggia forsennatamente il bloqueo, ha armato una ipocrita campagna di discredito, (n.d.t.).

[4] Successivamente alla redazione di questo articolo, si sono sommate alle dichiarazioni di Marco Rubio e Luis Almagro quelle Di Mike Pompeo e, con alcuni Twitt quelle di Donald Trum, solidarizzandosi con i mercenari del “movimento” San Isidro. L’incaricato d’affari, attualmente il diplomatico più alto in grado dell’ambasciata USA a L’Avana, in violazione di tutti i protocolli diplomatici incluso la convenzione di Vienna, si è presentato nella casa dove aveva luogo la provocazione, ha raccolto due dei mercenari e si è allontanato con loro a bordo della macchina dell’ambasciata. Successivamente il Minrex, Ministero degli Esteri di Cuba, lo ha convocato per esprimere una ferma protesta ufficiale per il suo comportamento e per l’ingerenza negli affari interni di Cuba da parte del governo e del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America, (n.d.t.).

Fonte

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