Macron ha conferito la Legion d’Onore al presidente egiziano al-Sisi. Ma lo siamo venuti a sapere solo dai media egiziani. A quelli francesi, infatti, era stata nascosta persino la cerimonia in pompa magna. Un esempio della “trasparenza” di questo potere...
Lo stesso al-Sisi che fa giustiziare una ventina di detenuti politici a settimana e che tiene in galera Patrick Zaki da 10 mesi. Quest’ultimo fu bendato e torturato per 17 ore con colpi allo stomaco e scariche elettriche dalle forze di sicurezza egiziane.
Lo stesso al-Sisi che ha insabbiato l’assassinio di Giulio Regeni, anche lui seviziato, per ben 9 giorni, a tal punto che i suoi genitori riuscirono a identificare la sua salma basandosi solamente sulla punta del suo naso, l’unica parte del suo volto che era rimasta “intatta”.
Vien da chiedersi, allora, come possa la democratica Francia fare una cosa del genere.
Ma la notizia non dovrebbe stupire, visto che, proprio in Francia, il Governo ha proposto un disegno di legge sulla “sicurezza” che vieterebbe di diffondere immagini e filmati di operazioni di polizia. La pena salirebbe fino a un anno di carcere e 45 mila euro di multa se tali immagini permettessero di identificare gli agenti in azione.
Non è insomma un caso che il Governo Macron stia tentando di mettere fine alla libertà di informazione, se si pensa a quello che è accaduto nel Paese negli ultimi tempi e mostrando tutta la violenza del suo apparato repressivo. Tra le varie cose, l’ingiustificata e feroce repressione poliziesca contro manifestanti disarmati e, un paio di anni fa, l’intervento contro oltre 100 studenti di un liceo francese, costretti a stare in ginocchio nel cortile della loro scuola, contro un muro, con lo zaino sulle spalle e i polsi immobilizzati con fascette stringitubo
Lo stesso Macron, a seguito del gran numero di manifestanti contro il suo regime che avevano perso un occhio a causa dei proiettili di gomma sparati dalla polizia, si era messo in posa con una maglietta in cui figurava un gatto con una benda insanguinata sull’occhio, per deriderli. E dopo la giusta indignazione contro il suo gesto, aveva semplicemente risposto “È satira“.
Queste manifestazioni erano – e sono – il frutto del disagio sociale, causato dalle politiche portate avanti dagli ultimi governi, che, così come qui in Italia, stanno smantellando i residui delle conquiste che il movimento operaio aveva faticosamente ottenuto, dopo mobilitazioni e scioperi, durante tutto un secolo di lotte. Un progetto di macelleria sociale, perfettamente in linea con le direttive dell’Unione Europea, fatto di austerità, precarizzazione del mercato del lavoro e distruzione della previdenza sociale.
Il messaggio che emerge, leggendo quella legge sulla sicurezza, è che, a quanto pare, oltre a beccarsi questa roba liberista bisogna anche stare zitti.
Su quello che sta accadendo in Francia ci sarebbe molto altro da dire, e il conferimento dell’onorificenza a un dittatore sanguinario è solo una delle notizie più recenti e aberranti.
Ma di una cosa sono assolutamente certo: se tre anni fa Macron avesse perso le elezioni e tutte queste cose le stesse facendo la Le Pen, adesso staremmo già gridando al fascismo.
Invece, questa è tutta opera dei “democratici”.
A dimostrazione del fatto che non basta porsi come “argine al fascismo” per fare meno schifo dei fascisti. E questo non vale solo in Francia.
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