Ok, i Death saranno anche stati i primi, ma i black punx
più tosti di sempre rimangono loro. Anche solo perché non si capisce da
dove diavolo siano spuntati fuori. I tre fratellini di "Politicians In
My Eyes" germogliarono nella città della Motown e degli Stooges:
fare 1+1 era a portata di mano. Come una band così devastante possa
essere esalata da Philadelphia (luogo dalle risibili credenziali punk e
dalla scena "nera" decisamente addomesticata) rimane invece un mistero.
Altrettanto
misteriose le ragioni di una parabola tanto sfigata, come anche di una
celebrazione postuma tutto sommato modesta. Eppure le carte in regola
c'erano tutte: un mentore come Curtis Knight, amicizie con gente che
conta (dai padri putativi New York Dolls a Sid Vicious),
un look che non te lo scordi facilmente, abilità tecniche a dir poco
sopra la media. Forse il problema stava proprio nella musica che
suonavano: troppo veloce e violenta anche per i pelosi palati della
"scena". Nel 1974 ancora non si parlava di punk e loro già ragionavano
di hardcore: chi diamine vuoi che ti capisca, anche dopo che ti sei
trasferito a New York? Sarà un caso che, come altri spiriti affini (Testors, Crime, Screamers), non siano mai riusciti a concretizzare un album intero?
In
attività, i Pure Hell diedero alle stampe un unico 7'', quel "These
Boots Are Made For Walking/No Rules" che nel 1978 passò praticamente
inosservato ma tramortì i pochi che ne entrarono in possesso. Tre anni
prima avevano già inciso l'altrettanto torrido "Wild One/Courageous
Cat", che però rimase a riposo tra i solchi di un acetato. Stesso
destino per "Noise Addiction", uno dei grandi Lp maledetti della storia
del punk, anch'esso incastonato in quel fatidico '78: metà scaletta era
già pronta quando la band se ne scappò a Londra per registrare il resto
con un insospettabile Tony McPhee, Knight se la prese a morte e pose il
veto sulla pubblicazione. La verità, verrebbe da pensare, è che non se
la sentì di mettere la faccia su un lavoro così estremo. Tanto bastò a
mandare in frantumi lo scalmanato quartetto, prima che la ristampa
Warfare del 2006, la reunion live nel 2012 e i buoni offici di Henry Rollins
nel 2016 ne risollevassero le quotazioni, seppur marginalmente. A parte
qualche fugace intervista qua e là, nessuno ha ancora impacchettato la
vicenda in un documentario con tutti i crismi: paura, appunto.
Tra
gli addetti ai lavori, in ogni caso, la scia radioattiva di quella
cometa ha marchiato a fuoco i cieli dell'immaginario. Che si tratti di
connazionali a prova di ghetto come Bad Brains
e Cult Heroes o di africani dalla spilla facile come National Wake e
Wild Youth, il loro strepitare piroclastico è arrivato dove doveva
arrivare. Negli anni in cui l'urlo afroamericano è tornato a incendiare
le piazze, mai ristampa fu più opportuna. Quanto a noi, bando alle
ciance: piantiamola di farci intimorire da quel nome, quel titolo e
quella copertina, affondiamo senza remore la puntina e lasciamoci
defibrillare dall'assalto idrofobo dei Pure Hell, the world's first original all-black punk rock band.
01/05/2021
Pure Hell - 1978 - Noise Addiction (Ristampa 2021)
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