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20/05/2021

Qualche domanda sui vaccini e non solo

Pare che la copertura del vaccino anglo-svedede AstraZeneca da 2,5 euro sia migliore e più duratura dello Pfizer che, invece, ci è costato, fin qui, mediamente, 15,50 euro. Peraltro, le prime 100 milioni di dosi del vaccino Pfizer sono state acquistate dai paesi dell’Unione Europea per 17,50 euro a dose con un incasso favoloso per il colosso farmaceutico USA.

Che la Pfizer abbia montato una gigantesca campagna mediatica contro AZ e ci abbia buggerati tutti?

Quanto alle reazioni avverse, anche l’altro vaccino statunitense (costo per monodose 8,50 euro), prodotto da Johnson & Johnson, avrebbe causato in USA qualche decina di casi di trombosi rare (donne tra i 30 ed i 39 anni). E lo stesso prodotto di Pfizer, pare abbia creato qualche raro problema come, ad esempio, le miocarditi (da verificare) soprattutto tra maschi sotto i 30 anni.

Il problema è che, allo stato attuale, si ignorano completamente i meccanismi che causano queste rare reazioni avverse e non è, pertanto, possibile far nulla per evitare questi episodi, pena fermare tutte le campagne vaccinali in corso, il che sarebbe una tragica follia.

E, in ogni caso, stiamo parlando di qualche decina di casi su una popolazione di 328 milioni di persone.

Più probabile che ci cada in testa un meteorite o che ci becchi un fulmine durante un temporale.

E comunque, per tornare al punto, circola da ieri la notizia che AstraZeneca funzioni bene anche con la variante indiana e che dai test seriologici emerga che i vaccinati AZ abbiano una risposta anticorpale mediamente più significativa.

E allora, viene da chiedersi: non è che, per caso, il vaccino di AstraZeneca sia stato ostracizzato proprio a causa del prezzo molto basso? Che, forse, le grandi multinazionali del farmaco abbiano mal digerito la concorrenza di AZ?

E qui si ritorna alla vere questioni.

Si può lasciare in mano alle case farmaceutiche più potenti del pianeta (Big Pharma) la gestione di una gravissima pandemia mondiale come quella in atto?

È giusto che la ricerca sui vaccini si faccia con i finanziamenti pubblici per poi lasciare che i risultati siano sfruttati da colossi farmaceutici privati che, speculando sulle emergenze epidemiologiche e sanitarie mondiali, accumulino immensi profitti?

Si può sconfiggere una pandemia come quella da Covid-19, che ha investito l’umanità intera, seguendo le logiche del profitto e del “libero mercato”?

Si può sconfiggere la pandemia da Covid-19 senza consentire l’accesso libero e gratuito ai vaccini anche ai paesi poveri?

Tutto qui.

Io, dal mio canto, posso solo farmi e farvi delle domande.

Alcune sono di carattere scientifico e lascio a chi ha una formazione specifica l’onere – e l’onore – di trovare delle risposte anche solo minimamente attendibili se non, addirittura, efficaci.

Altre sono di carattere politico ed attengono alla responsabilità collettiva di noi tutti e, su queste, l’unico modo di trovare delle risposte è aprire un conflitto con chi ha scelto di subordinare il diritto (universale) alla salute ed alle cure, agli interessi delle grandi lobbies farmaceutiche mondiali mantenendo la proprietà privata sui brevetti dei vaccini.

Venerdì 21 maggio, a Roma, si incontreranno i rappresentanti del G-20, ovvero, dei venti paesi più ricchi al mondo per il “Vertice Mondiale della Salute”.

Come al solito faranno dichiarazioni di circostanza sulla necessità di accelerare la campagna di vaccinazione, su qualche finanziamento al programma Covax per redistribuire qualche briciola ai paesi più poveri.

Ma, ne sono certo, niente di concreto verrà fatto per affrontare le vere questioni: l’abolizione del brevetto sui vaccini e l’aumento della loro produzione.

Si va a Roma il 22 maggio a fargli capire che con 164 Milioni di casi, 3,5 milioni di morti ed il coronavirus ancora circolante, le chiacchiere, stavolta, stanno, davvero, a zero.

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