Venerdi mattina per le strade del centro di Roma, su via del Corso, i lavoratori licenziati della FedEx sono stati duramente caricati dalla polizia. Si erano concentrati a Montecitorio per denunciare il ricorso ai licenziamenti da parte della FedEx nell’hub di Piacenza ma che ha visto la stessa azienda assumere altri lavoratori in un altro magazzino.
A un certo punto si sono mossi in corteo verso la centralissima via del Corso, ma qui sono stati caricati dalla polizia presente in forze nel quadrante dei palazzi istituzionali. Sette lavoratori sono rimasti feriti. Alcuni sono stati fermati dalla polizia e poi rilasciati in seguito alle proteste.
Il motivo di questa rabbia è da ricercarsi nel silenzio omertoso del MISE sulla vertenza FedEx, sulla chiusura dell’hub di Piacenza, sulle centinaia di posti di lavoro messi a repentaglio dalla multinazionale americana con il suo progetto di internalizzazione-truffa, e sullo squallido gioco di sponda tra padroni e triplice confederale.
“Fin dal momento della chiusura unilaterale del sito di Piacenza a fine marzo, con 280 lavoratori e relative famiglie finite per strada, il SiCobas ha accompagnato alle azioni di sciopero e di lotta sui luoghi di lavoro la richiesta di un intervento immediato dei Ministeri del lavoro e dello sviluppo economico al fine di aprire un tavolo istituzionale tra le parti. Da 2 mesi chiediamo che il Mise ci convochi, senza esito alcuno” spiega il sindacato in un comunicato.
“Siamo venuti a conoscenza del fatto che il ministro Giorgetti nelle scorse ore avrebbe incontrato in gran segreto i vertici di FedEx, che quest’ultima avrebbe confermato anche al MISE la sua volontà di procedere al piano di licenziamenti di massa, mascherato abilmente dietro il fumo negli occhi dell’internalizzazione-truffa, e che il Ministero avrebbe garantito ai padroni americani di non volere “interferire” in alcun modo nella vicenda”.
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