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30/05/2021

Colombia - Spari contro i manifestanti a Cali, quattro morti

Nel settore La Luna, nel centro di Cali, un gruppo di manifestanti che stava effettuando un sit-in ha denunciato di essere stato aggredito con armi da fuoco da due persone in abiti civili. Sulla strada risultano quattro morti.

I manifestanti hanno linciato il presunto aggressore. Secondo i manifestanti e i video degli eventi, la persona che avrebbe aperto il fuoco sui cittadini era a bordo di una motocicletta accompagnata da un altro soggetto.

Dopo gli spari, alcuni manifestanti sono riusciti a bloccarlo e l’uomo sarebbe stato linciato. Nei suoi documenti personali c’era una carta che lo identificava come un membro della CTI.

Ed infatti il procuratore generale Francisco Barbosa ha identificato l’autore degli spari, che era in abiti civili, come Freddy Bermúdez Ortiz, assegnato al Corpo investigativo tecnico (CTI). Secondo le informazioni, il procuratore ha affermato che Bermúdes “ha sparato su diverse persone, provocando la morte di alcuni civili”.

Barbosa ha assicurato che l’aggressore era stato arruolato nel 2012 e, al momento dell’accaduto non era in servizio.

L’agente in borghese avrebbe tentato di attraversare i posti di blocco, quando è stato avvicinato dai manifestanti che bloccavano la strada. Secondo questa versione, quando è stato identificato come agente di polizia, l’uomo ha reagito violentemente e ha sparato indiscriminatamente contro le persone più vicine.

Il sindaco della capitale, Jorge Iván Ospina, ha assicurato che tre persone hanno perso la vita ed ha chiesto alla Procura di indagare sugli eventi per avere giustizia contro la morte di queste persone. “Non possiamo permettere che queste circostanze continuino a verificarsi a Cali. Non dobbiamo cadere nella tentazione della violenza e della morte. Al contrario, abbiamo bisogno di giustizia e dialogo per poter determinare cosa è successo su La Luna, ma anche per poter raggiungere un consenso e una tranquillità cittadina”, ha affermato il sindaco.

Di tutt’altro tono le decisioni prese dal presidente della Colombia, Iván Duque, che ha ordinato a partire da venerdì il massimo dispiegamento militare nella città di Cali e nel dipartimento della Valle del Cauca, dopo gli scontri che si registrano ormai un mese per le manifestazioni dello sciopero nazionale contro le politiche neoliberali del suo governo.

“Questo dispiegamento triplicherà la nostra capacità in meno di 24 ore in tutto il dipartimento, garantendo assistenza nei centri nevralgici“, ha sottolineato il presidente.

A Cali, la giornata si è conclusa con almeno quattro morti. Attraverso i social è stata inoltre segnalata la presenza di civili armati che hanno sparato su concentrazioni di manifestanti, senza che ci fosse l’intervento dei membri della Polizia Nazionale.

Venerdì era il 31° giorno dello sciopero nazionale, con migliaia di colombiani che continuano a mobilitarsi nelle strade di molte città chiedendo che Duque soddisfi le richieste della popolazione presentate dal Comitato, e non risponda con gli interventi della forza pubblica, che ad oggi registrano più di 3.000 atti di violenza della polizia nelle proteste.

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