Gli Usa spiavano la Merkel, ma con l’aiuto dei danesi. Lo spionaggio tra “alleati” rischia di diventare norma. Ne avevamo già parlato sul nostro giornale in occasione dell’arresto di un ufficiale della Marina Militare italiana che avrebbe fornito informazioni riservate della Nato alla Russia.
Ma la vicenda è tornata a galla per una inchiesta del quotidiano tedesco Suddeutsche Zeitung. La NSA (Agenzia per la sicurezza nazionale) degli Stati Uniti ha spiato diversi esponenti politici europei con l’appoggio del Servizio per le informazioni della difesa (Fe), l’agenzia di intelligence militare della Danimarca.
Secondo il Suddeutsche Zeitung, l’attività di spionaggio è stata avviata nel 2012-2013 e rientra nello scandalo delle intercettazioni degli alleati europei degli Usa attuate dall’Nsa.
Con riguardo alla Germania, tra i politici spiati risultano esserci Angela Merkel, l’allora ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier – dal 2017 presidente della Repubblica – e Peer Steinbrueck, dal 2005 al 2009 ministro delle Finanze e nel 2013 candidato cancelliere del Partito socialdemocratico tedesco (SpD). Ma ad essere intercettati risultano essere stati anche politici di Francia, Svezia e Norvegia.
Le informazioni della Suddeutsche Zeitung costituiscono un nuovo sviluppo dello scandalo che ha travolto i servizi segreti della Danimarca (in sigla Fe) per la sua collaborazione con l’NSA statunitense.
Insomma gli alleati nella Nato che si spiano tra loro non è proprio una bella immagine, ma è la realtà.
Nel 2020, la vicenda ha costretto alle dimissioni l’intera dirigenza del servizio d’intelligence danese. Per paradosso, ma non troppo alla luce di quanto emerso, lo stesso direttore dell’Fe, Thomas Ahrenkiel, era stato addirittura nominato ambasciatore della Danimarca proprio a Berlino.
Ma in conseguenza dello scandalo delle intercettazioni, Ahrenkiel non ha potuto assumere tale funzione.
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