Dal 2017, gli intellettuali latinoamericani promuovono il 9 agosto come la Giornata internazionale dei crimini statunitensi contro l’umanità, un evento che viene commemorato in più di venti paesi del mondo. Il numero cresce ogni anno.
Di fronte a un mondo che osserva con indignazione, ma anche con impotenza, i crimini contro l’umanità che gli Stati Uniti perpetrano su scala planetaria, gli intellettuali latinoamericani della Rete in Difesa dell’Umanità (REDH) propongono uno sguardo critico sul problema dell’unilateralismo statunitense nella vita dei popoli, ai quali viene imposta la guerra, che subiscono interferenze politiche o operazioni mediatiche destabilizzanti, insieme a blocchi illegali che costano centinaia di migliaia di vite.
Quest’anno, la REDH Internazionale ha dichiarato il 2021 come “l’anno dei crimini statunitensi contro la democrazia” e invita a contributi, testimonianze e lavori nelle reti sociali per rendere visibili i processi interventisti di Washington durante tutto il XX e XXI secolo contro diversi processi democratici nel mondo: dall’Indonesia al Nicaragua e dall’Italia all’Argentina, al Vietnam o al Venezuela. Tutti scenari in cui la politica estera degli Stati Uniti ha fatto uso di dittature, asfissia economica o terrorismo di Stato per i suoi fini strategici.
Nel contesto di questo anniversario – che sta diventando sempre più diffuso in tutto il mondo – il capitolo argentino della rete di intellettuali in difesa dell’umanità (REDH Argentina) ha pubblicato un libro compilativo intitolato “Estados Unidos Contra la Humanidad. Notas y artículos sobre los crímenes planetarios de Washington”, che raccoglie il lavoro e le riflessioni di analisti, pensatori, artisti e ricercatori di varie discipline sul significato del fenomeno statunitense per la pace mondiale, come promotore di genocidi, torture e altri problemi legati alla sua politica estera.
La raccolta include importanti autori argentini come Stella Calloni e Atilio Boron, decani nell’universo latinoamericano del pensiero de-coloniale ed emancipatore. Il premio Nobel per la pace Adolfo Pérez Esquivel, la ricercatrice e scrittrice Telma Luzzani e il direttore e fondatore del giornale di fama mondiale Resumen Latinoamericano, Carlos Aznárez, scrivono anche nelle sue pagine, insieme all’ex ministro argentino dell’economia ed ex vicepresidente Amado Boudou.
Dall’estero, vari co-autori hanno contribuito con le loro analisi critiche della realtà da prospettive progressiste. Tra loro c’erano il semiologo e filosofo messicano Fernando Buen Abad, il venezuelano David Alvarado Patiño e l’ex diplomatico Cris González, direttore della rivista Correo del Alba.
Anche l’economista haitiano Jean Jores Pierre e la scrittrice e giornalista italiana Geraldina Colloti. Dalla Spagna, Rosa Moro, specialista in questioni africane, il fotografo e analista internazionale Juanlu González e l’attivista di reti sociali Txema Sánchez, creatore e conduttore del programma Tertulias en Cuarentena, che riunisce le intellettualità progressiste dei cinque continenti, hanno firmato articoli per questo lavoro collettivo molto interessante. Anche la sociologa spagnola Ángeles Diez, dell’Università Complutense, ha contribuito con un prezioso micro-saggio a questo volume.
Un libro scaricabile gratuitamente e senza dubbio molto attuale in questi tempi di aggressione internazionale e attacchi ai popoli da parte di Washington. Testi che tentano di spiegare le terribili conseguenze e le cause nascoste che generano il militarismo americano, portando la grande razza umana sull’orlo dell’estinzione ed erodendo la pace tra i popoli.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento