Due “incidenti” nello stesso luogo – il Lago Maggiore – e a soli 54 km di distanza. La strage della funivia del Mottarone, nel maggio 2021, ed ora l’affondamento di una barca nel lago, hanno visto due agenti dell’intelligence israeliana morire a esattamente due anni di distanza.
Fin qui ci può stare la banale coincidenza. Ma l’affondamento del battello nel Lago Maggiore, con a bordo anche diversi agenti dei servizi di intelligence italiani, è inevitabilmente destinato a suscitare domande, anche perché è un luogo ideale per il “lavoro” delle intelligence: tranquillo defilato, frequentato da vacanzieri, vicino al confine con la Svizzera.
La relazione tra i due fatti non è sfuggita al giornale israeliano Jerusalem Post, il quale sottolinea che “il lago dove la barca si è ribaltata si trova nella stessa zona dell’incidente della funivia di due anni fa che ha lasciato orfano Eitan Biran. Al Mottarone morirono cinque israeliani: il padre, la madre, il fratello e i due bisnonni del piccolo che allora aveva cinque anni”.
Seguirono, com’è noto, il rapimento del bambino da parte del nonno (altro storico agente del Mossad), immediatamente trasportato in Israele attraverso un volo privato dalla Svizzera, una mezza crisi diplomatica, la restituzione del bambino alla zia (che lo aveva avuto in affido) e l’impunità del vecchio 007 di Tel Aviv.
Un’incursione che rivelava non solo l'ottima conoscenza del sistema italiano dell'ex agente, ma anche la completa assenza di attenzione sulle mosse di un “collega” di uno Stato evidentemente considerato “alleato di ferro”, per quanto “fuori servizio” e impegnato in una “missione privata”.
Il ministero degli Esteri israeliano ha confermato che uno dei morti nell’affondamento della barca è un cittadino israeliano, sulla cinquantina, “un ex membro delle forze di sicurezza israeliane“, riferisce l’agenzia AFP.
La barca affondata nel Lago Maggiore poteva ospitare al massimo 15 passeggeri: ma a bordo, tra donne e uomini ce ne erano 8 in più. Secondo alcune fonti sulla barca c’erano almeno 13 agenti israeliani e 8 agenti italiani.
Secondo la versione ufficiale, a far affondare il battello è stata una tempesta sul lago, forse con una tromba marina con raffiche di vento tra i 70 e 90 chilometri orari, la quale avrebbe rovesciato lo scafo in pochi secondi provocando la morte di quattro persone, tre delle quali non certo comuni.
Ma più di qualche skipper esprime dubbi sul fatto che una barca di 16 metri possa affondare in quel modo in un lago.
Due delle vittime, Tiziana Barnobi e Claudio Alonzi, erano infatti agenti dell’intelligence interna italiana (AISI, erede del Sisde). Il terzo era appunto Shimoni Erez, 53enne nato in Israele con un passato nel Mossad, e infine Anna Bozhkova, 50 anni, cittadina russa originaria di Bryansk, in Italia con un permesso di soggiorno a tempo illimitato e moglie del proprietario e skipper della barca, Claudio Carminati.
Quest’ultimo, secondo il Corriere della Sera, “sembra sia una conoscenza del circuito dei Servizi”. Una delle versioni, non ufficiali, di quanto accaduto sul Lago Maggiore, secondo il Corriere, sarebbe la seguente: “alla vigilia non era in programma nessuna gita sul lago, poi invece avvenuta in quanto, dopo incontri in Lombardia per lo scambio di informazioni e di documenti, gli israeliani avevano perduto l’aereo del ritorno e avevano deciso di prolungare la sosta coprendo l’intero fine settimana, fino alla partenza per la madrepatria in programma nella giornata di lunedì 29 maggio”.
La società proprietaria della barca – la “Love Lake srl” – era nata recentissimamente, il 5 aprile scorso, ad Alessandria, nello studio del notaio Aldo Mariano; i coniugi Carminati e Bozhkhova avevano registrato la creazione dell’azienda con un capitale sociale di soli 500 euro.
La ragione sociale è «organizzazione di escursioni», ad «attività ricettive su imbarcazioni», e alla «gestione di strutture alberghiere ed extra alberghiere, e in particolare di affittacamere, bed & breakfast, case e appartamenti per vacanze, rifugi di montagna e case religiose di ospitalità».
“Nel frattempo bisognerà valutare la possibilità di veri o presunti segreti legati alle missioni del Mossad in Lombardia, con la ricostruzione dei giorni precedenti il viaggio. Dati i profili delle vittime, i ruoli e il tipo di lavoro da loro svolto, sono molti gli interrogativi in questa inchiesta che vanno oltre l’affondamento di un’imbarcazione nel Lago Maggiore a causa di condizioni meteorologiche sfavorevoli”, scrive il portale Teller Report.
A seguito dell’affondamento della barca, i superstiti si sono affrettati a partire. Cosa abbastanza “strana”, dopo un incidente con ben quattro vittime. “Nella zona è stato segnalato l’allontanamento frettoloso dalle abitazioni-basi governative e già dai soccorsi era apparsa evidente la cura a non far uscire i nominativi delle persone soccorse“, riporta sempre il Corriere della Sera.
La Repubblica riferisce inoltre che i sopravvissuti sono stati ascoltati dai magistrati nella notte di domenica e poi sono “presto spariti”, mentre gli israeliani erano già rientrati nel loro Paese lunedì mattina, con un volo militare diretto a Tel Aviv, tanto che uno dei due furgoni noleggiati per il viaggio era rimasto parcheggiato sul molo.
Il giornale israeliano Haaretz fa sapere che i registri dell’aviazione pubblica rivelano “la presenza di un aereo esecutivo israeliano, tipicamente impiegato per missioni ufficiali dalle autorità israeliane, partito da Israele lunedì mattina. L’aereo è poi decollato da Milano ed è rientrato all’aeroporto Ben-Gurion di Tel Aviv nel tardo pomeriggio di lunedì”.
“Gli italiani sono stati frettolosamente evacuati dai pronto soccorso e dagli alberghi tra Sesto Calende e Malpensa, dove non c’è traccia di aver pernottato”, segnala La Repubblica.
Il relitto della barca è sul fondo del lago ed è stato recuperato per comprendere le cause dell’affondamento, così come occorre attendere i risultati delle autopsie sui quattro morti per cercare di capirne le cause.
Dunque finora solo alcune coincidenze, molte domande e pochissime risposte. Ma il mondo dell’intelligence è fondato appunto su questo assioma.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento