Tra i vari ordini esecutivi firmati da Trump nei primi giorni seguenti al suo insediamento, c’è anche quello sulle criptovalute, firmato giovedì 23 gennaio.
In questo documento si manifesta la volontà da parte del nuovo presidente di creare un sistema di regolamentazione delle cripto molto permissivo, di istituire una riserva nazionale di bitcoin, analogamente alle riserve auree e petrolifere statali, e di vietare ad ogni organizzazione statale statunitense di creare una cripto “ufficiale” emessa e regolata da un ente pubblico, come lo yuan virtuale o altre criptovalute nazionali emesse dalle banche centrali in giro per il mondo.
Alla luce di questo fatto e dei guadagni da record registrati dal “meme coin” $Trump, che in pochi giorni è arrivato ad una capitalizzazione nominale di 25 miliardi di dollari (la maggior parte dei token sono stati un dono dello stesso Trump), appare evidente quali siano le motivazioni dietro alla liberazione di Ross Ulbricht, il fondatore di Silk Road, in carcere dal 2013 e graziato da “The Donald” lo scorso 21 gennaio.
La vicenda di Ross Ulbricht
Ripercorrendo brevemente la vicenda di Ulbricht, nel 2011 a 24 anni aveva creato la piattaforma Silk Road che nelle sue intenzioni avrebbe dovuto essere una sorta di mercato libero senza regole che garantiva il totale anonimato degli utenti grazie ai pagamenti in Bitcoin e all’utilizzo del protocollo TOR, uno standard cifrato di comunicazioni non intercettabile su internet su cui si basano i vari servizi accessibili sul dark web.
Ovviamente, nella realtà delle cose, il sito era prevalentemente utilizzato per compravendita di droga e ogni genere di transazioni illegali. Nei due anni successivi Ulbricht incassò, grazie alle percentuali sulle transazioni della piattaforma, enormi guadagni.
L’arresto del fondatore di Silk Road
Infatti, quando fu arrestato dalle autorità nel 2013, gli vennero sequestrati 144.000 bitcoin (che in quel momento vennero rivenduti dalle autorità a circa 300 dollari l’uno mentre oggi ne valgono 100.000), a cui si aggiunse il sequestro di un’ulteriore cifra di circa 184 milioni di dollari.
Ross Ulbricht fu quindi condannato a due ergastoli per una serie di imputazioni, quali riciclaggio, traffico di droga e hackeraggio di computer, mentre l’accusa relativa all’aver assoldato dei sicari per compiere un omicidio decadde durante il processo.
L’appoggio della destra continentale
Durante la sua detenzione la campagna “Free Ross”, che portava avanti una raccolta firme per la sua liberazione e una raccolta fondi per lui e la sua famiglia, raccolse le simpatie dei settori della destra americana, i cosiddetti “libertari” alla Trump o Milei, e del nascente mondo degli speculatori di criptovalute e dei criptomilionari.
Per questi, Ulbricht aveva contribuito per primo a consolidare il bitcoin come la più importante di queste monete grazie ai traffici sul dark web, rappresentando una sorta di pioniere e di ideologo di un nuovo tipo di mercato basato sull’assenza di regole e sull’anonimato delle transazioni economiche.
Gli argomenti con cui si richiedeva la sua liberazione consistevano nella supposta sproporzionalità della pena per non essere mai stato condannato per reati di sangue. La petizione per la scarcerazione arrivò a raccogliere 600 mila firme, tra cui quelle di importanti figure di destra dell’establishment statunitense, mentre furono raccolti milioni di dollari anche grazie alla vendita delle opere d’arte di Ulbricht come NFT.
Trump stesso aveva già da tempo promesso che si sarebbe occupato della vicenda di Ulbricht, e questo suo interesse ha portato alla grazia di questa settimana.
Il giro d’affari della raccolta fondi per Ulbricht
I sostenitori di Ulbricht, dopo l’annuncio della grazia, hanno raccolto più di 270 mila dollari, grazie anche alla cospicua donazione da parte dell’importante “exchange” di criptovalute Kraken.
Ai fondi raccolti grazie alla campagna in suo favore si potrebbero aggiungere, secondo Conor Grogan di Coinbase, altri circa 47 milioni di dollari conservati in “wallet” legati a Silk Road che non erano stati sequestrati dalle autorità.
I motivi dietro la grazia concessa da Trump
Tirando le somme, appare evidente come la liberazione di un Ulbricht, arricchitosi illecitamente all’inverosimile durante un momento pionieristico del sistema delle cripto, sia stata una mossa di Trump per accreditarsi al mondo degli speculatori in criptovalute.
Questa probabilmente serviva sia a far comprare la sua personale moneta, che ha visto il suo valore aumentare da 18 centesimi a 75 dollari al “token” generandogli ricavi enormi, sia ad averli dalla sua parte in un tentativo di regolamentare, con i suoi metodi molto permissivi, il mondo ancora semi-sommerso delle criptovalute.
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