In prossimità del suo inserimento alla Casa Bianca (20/01/2025), Trump ha esposto i suoi progetti imperialistici in geopolitica: acquistare il territorio della Groenlandia. Occupare militarmente il canale di Panama per l’egemonia statunitense della navigazione sul canale. Rinominare il Golfo del Messico come Golfo d’America. Trump ha minacciato: “Il Messico deve smettere di fare entrare milioni di poveri nel nostro paese”.
Annullamento della protezione ambientale. Annessione di parte del territorio canadese. Scatenare l’inferno a Gaza (sic!), se Hamas non rilasca gli ostaggi prima dell’insediamento del Tycoon alla Casa Bianca. Ha concluso: “Al momento abbiamo un paese sotto assedio, nessuno ci rispetta all’estero, ma ora sanno quello che faremo... Questa sarà l’età dell’oro dell’America, avremo di nuovo un grande Paese”1.
In questo programma, Trump si avvarrà del potere delle piattaforme digitali, come si evince dal contributo di Elon Musk, responsabile della piattaforma digitale X e fondatore della compagnia aerospaziale SpaceX. Musk è stato decisivo per la rielezione a Presidente di Trump (oggi ha un ruolo politico alla Casa Bianca).
Il successo di Elon Musk ha influenzato altri attori delle piattaforme digitali.
Zuckerberg, fondatore di Facebook e amministratore delegato di Meta, è salito sul carro di Trump e ha fatto suoi i metodi di Elon Musk nella gestione delle proprie piattaforme digitali, annunciando il cambiamento editoriale e politico per Facebook, Instagram, Twitter. “Il modello da seguire è quello di Musk” dichiara: “Da ora in poi faremo a meno dei fact-checkers (controllo e omissione in rete di notizie poco affidabili)”2.
Nei progetti imperialistici di Donald Trump, l’acquisizione della Groenlandia, possedimento della Danimarca, è stato un obiettivo già presente nel primo mandato come Presidente (2017-2021), quando aveva fatto richiesta di acquistare la Groenlandia alla Danimarca.
Di fatto, la proposta alla Danimarca del Presidente americano di valutare l’acquisto della Groenlandia, fa parte della strategia di espansione americana, condotta sin dalla seconda metà dell’Ottocento, ora rafforzata in chiave anti Cina e anti Russia.
Sull’adesione della Groenlandia al territorio USA c’era stata in tempi moderni la proposta di Harry Truman nel 1946, che aveva offerto 100 milioni di dollari in lingotti d’oro al governo di Copenaghen. Truman aveva capito che avere il controllo della Groenlandia gli avrebbe dato un vantaggio strategico nei confronti dell’Unione Sovietica3.
Da parte sua, Donald Trump è convinto che “l’annessione della terra dei ghiacci” conferirebbe agli USA una marcia in più per la corsa alla conquista del Polo, rispetto all’inarrestabile Cina, alla Russia e alla due potenze regionali costituite dal Canada e dalla Norvegia.
Esiste un trattato tra USA e Danimarca, per il quale la Groenlandia, che geograficamente fa parte del Nord America, è già sotto l’influenza statunitense con le basi militari USA, la Thule Air Base, a soli 1200 chilometri a nord del Circolo polare artico, base che ha soprattutto una funzione di sorveglianza.
L’enorme isola con una superficie di oltre 2,1 milioni di chilometri quadrati, situata tra il Nord Atlantico e il Circolo polare artico, con una popolazione di appena 56.800 abitanti, potrebbe divenire oggetto di estrazione delle risorse naturali nel sottosuolo, ora che lo strato di ghiaccio si sta sciogliendo a causa del riscaldamento globale.
Dobbiamo ritenere che oggi la Groenlandia è considerata il Nuovo Mondo, una terra di opportunità che molti vogliono sfruttare, a partire dalla Cina e dalla Russia che, rispetto agli Stati Uniti, sono molto più avanti nell’espansione nell’Artico. La Cina avanza con velocità che turba il Tycoon, in piena guerra commerciale con Pechino.
La Cina ha già ottenuto la concessione di alcune miniere cruciali, tra queste, quelle di Kvanefjeld, vicino a Narsaq (la più grande miniera di uranio a cielo aperto al mondo) e la miniera di Citronen Fjord, nell’estremo nord dell’isola. Pechino punta alla “Via della Seta polare” nell’ambito della sua Belt and Road Iniziative per collegare la Cina all’Europa attraverso l’Oceano Artico.
Dalla sua, ha già un rapporto privilegiato con gli Inuit, la popolazione della Groenlandia che da anni vive profondi disaccordi con il regno della Danimarca e aspira all’indipendenza.
Nella competizione per la conquista dello spazio in Groenlandia, tra USA, Cina e Russia (la quale dall’Artico ricava il 60% delle proprie ricchezze), i rompighiaccio sono ritenuti un’unità di misura della potenza artica. Gli Stati Uniti ne hanno 2, la Cina ne ha 4, la Russia oltre 40 (il numero delle navi rompighiaccio riferito ai paesi citati risale al 2021)4.
Nella corsa polare artica, Trump cerca di farsi strada attraverso l’invio di diversi funzionari in Danimarca, che cercano di persuadere il governo danese a vendere l’isola agli USA5. Attualmente la risposta del governo danese è stata: “Non siamo in vendita” ma gli interessi in gioco sono enormi e la competizione si fa sempre più feroce nell’aggressione per l’accaparramento delle risorse di un territorio incontaminato dalle sue origini.
Le comunità che abitano la Groenlandia sono consapevoli che la corsa allo sfruttamento del loro territorio non solo contaminerà suoli e acque marine, ma una volta per tutte distruggerà il loro stile di vita rimasti immutato per millenni6.
Note
1 Catucci M., Trump va alla conquista del mondo, Il Manifesto, 08/01/2025
2 Capocci A., Addio controlli sulle fake news, Zuckerberg si allinea a Trump, Il Manifesto, 08/01/2025
3 Semprini F., Trump vuole comprare la Groenlandia, La Stampa, 17/08/2019
4 Mian M. G., Artico la battaglia per il grande Nord, Vicenza, Neri Pozza, 2021
5 Mian M. G., Op. cit.
6 Delle Donne M., Perché Trump vuole comprare la Groenlandia, in Razza Nazione Identità, Napoli, Liguori, 2021
Fonte
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