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19/01/2025

L’illusione della “strada giusta” sull’inflazione nella propaganda di Urso

Gli ultimi dati pubblicati dall’Istat sono subito finiti sulla bocca del ministro Urso, per millantare l’inseimento sulla “strada giusta”, come ha avuto a dire. Infatti, l’istituto di statistica ha confermato che l’inflazione di dicembre ha seguito le stime, aumentando di soltanto lo 0,1% rispetto al mese precedente.

L’analisi mostra come i prezzi al consumo siano aumentati solo dell’1% nel 2024: un netto miglioramento, se consideriamo che nel 2023 erano in rialzo del 5,7%. Ma il miglioramento è sempre relativo, dato che l’incremento dello scorso anno si aggiunge ai precedenti, senza che i salari abbiano vissuto la stessa dinamica (non sono insomma cresciuti del 6,7% in due anni...).

Non bisogna inoltre ignorare il fatto che si sono tenuti sopra l’indice generale dell’inflazione i beni alimentari, e in particolare quelli non lavorati (+2,3%), con il costo del “carrello della spesa” che si è dunque ridotto, ma viaggia ancora sul +2%. Va ricordato che ciò colpisce innanzitutto i redditi più bassi, che spendono la maggior parte delle loro entrate in beni di prima necessità.

Infine, per il futuro preoccupano molto le previsioni riguardanti il rincaro dei prezzi dell’energia, dovuto ai recenti risvolti successivi allo stop del transito del gas russo attraverso l’Ucraina. Già gli energetici regolamentati sono passati da +7,4% a +12,7%, e si è ridotta la flessione dei non regolamentati da -6,6% a -4,2%. Poiché l’energia entra nella formazione dei prezzi di tutte le merci, non bisognerà attendere molto per vedere questi aumenti trasferirsi ai prodotti finali.

Per questo non bisogna lasciarsi ingannare dal fatto che, per le famiglie a minore capacità di spesa, l’inflazione in media d’anno è rimasta più o meno stabile (+0,1%), mentre per quelle più agiate la discesa dell’inflazione è stata meno ampia (da +5,7% a +1,6%). Le percentuali non rendono conto di quanti soldi si hanno in tasca .

A rendere chiara tale questione è stata l’Unione Nazionale dei Consumatori, che in una nota del suo presidente Massimiliano Donà scrive: “per una coppia con due figli l’incremento del costo della vita complessivamente è pari a 272 euro su base annua e questo rialzo va ad aggiungersi ai 1.734 euro del 2023 che le famiglie continuano a pagare, per un totale di 2.006 euro in due anni”.

Il Codacons ha diffuso stime più pesanti, parlando di un esborso per il 2024 maggiore di ben 448 euro. La Federconsumatori ha messo poi in guardia da una stangata sull’energia che potrebbe costare alle famiglie italiane 914 euro in più in questo 2025, mentre Confesercenti ha sottolineato come “i costi di energia elettrica, gas e combustibili sono stati ancora superiori di quasi il 70% rispetto ai livelli del 2021”.

È facile dunque comprendere un altro dato pubblicato dall’Istat solo pochi giorni fa: sono stati quasi 10 milioni gli italiani tra i 18 e i 74 anni – circa un quarto del totale – che hanno richiesto un prestito o un aiuto economico nel 2023.

Se questo andazzo si può chiamare “strada giusta” lo lasciamo valutare ai lettori.

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