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18/10/2025

La denuncia contro Meloni, Tajani, Crosetto e Cingolani è alla Corte Penale Internazionale

Martedì scorso è stata inviata al Procuratore della Corte penale internazionale la versione inglese della denuncia per complicità in genocidio della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dei ministri Antonio Tajani e Guido Crosetto e dell’amministratore delegato di “ Leonardo” SpA, Roberto Cingolani.

I Giuristi e Avvocati per la Palestina fanno sapere che il testo della denuncia che è stato inviato al Procuratore a nome dei 51 firmatari insieme a 51 allegati di documentazione probatoria, è stato pubblicato sul sito www.giuristiavvocatiperlapalestina.org, dove chiunque può aderirvi.

Le adesioni finora pervenute sono più di 41mila, ma la raccolta proseguirà ad oltranza nei prossimi mesi, almeno fino alla fine dell’anno, e verranno organizzate iniziative in merito su tutto il territorio nazionale per presentare e spiegare la denuncia.

“Con tale denuncia intendiamo dare espressione alla volontà della stragrande maggioranza del popolo italiano di ripudiare il genocidio del popolo palestinese e tutti coloro che in qualsiasi modo vi concorrano” scrivono i Giuristi e Avvocati per la Palestina.

Nessuna pace può fondarsi sull’ impunità dei carnefici e dei loro complici. “L’Italia interrompa immediatamente ogni fornitura di armi verso Israele ed ogni collaborazione militare col regime genocida”, affermano i firmatari.

Contro questa denuncia si è parecchio “innervosita” la premier Meloni, mentre giornali della destra come Libero evocano addirittura l’interrogativo se “i 51 firmatari si possono definire come nemici del popolo italiano”.

Il procedimento è dunque ormai avviato a livello di Corte Penale Internazionale, dove non è immaginabile trovare un cancelliere amico che magari mette la cartellina in fondo al mucchio o un ministro della Giustizia che manda gli ispettori a intimidire i giudici.

A quello ci stanno già pensando Trump con le sanzioni e Israele con le minacce. Ma non è detto che funzionino e se non funzionano prima o poi occorrerà dare spiegazioni convincenti in sede di giustizia internazionale delle scelte fatte mentre si consumava il genocidio del popolo palestinese.

Ad aumentare le preoccupazioni degli esponenti del governo italiano arriva anche la decisione della Corte Penale Internazionale che ha respinto una richiesta di Israele di annullare il mandato di arresto internazionale nei confronti del primo ministro Benjamin Netanyahu, come anche dell’ex ministro della Difesa Yoav Gallant.

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