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18/11/2025

Lo strano caso di Alberto Trentini, operatore umanitario arrestato in Venezuela

Il 15 Novembre di un anno fa veniva arrestato Alberto Trentini e in questi giorni tutti i giornali e le tv italiane si stanno occupando del suo caso con una narrazione sensazionalistica ma omertosa e ricca di zone d’ombra.

Trentini viene presentato come un povero operatore umanitario giunto in Venezuela per fare del bene alla popolazione locale e arrestato, anzi “sequestrato“, senza alcun motivo dagli “sgherri della dittatura di Maduro”.

Una campagna stampa che casualmente si è moltiplicata esponenzialmente proprio nel momento in cui le navi militari USA sono state schierate a ridosso delle acque territoriali venezuelane minacciando l’invasione.

Ci si domanda retoricamente perché il Governo Meloni non faccia di più per riportarlo a casa.

La risposta è molto semplice: il Governo Italiano non può fare assolutamente nulla poiché, non riconoscendo la legittimità del Governo Maduro, ha polverizzato ogni canale diplomatico col Venezuela.

Mi dispiace umanamente per Trentini e mi auguro che possa tornare al più presto a casa sua, in Italia, a riabbracciare la sua famiglia.

Ma la domanda giusta da porci è: chi è Alberto Trentini e che ci faceva in Venezuela?

Sul suo profilo Trentini si definisce testualmente “Humanitarian Field Coordinator I WASH Programme Manager”, un cooperante professionista con più di dieci anni di esperienza presso ONG internazionali.

Sappiamo che arrivò in Venezuela il 17 ottobre 2024 e che meno di un mese dopo, fermato per un controllo di polizia nei pressi della frontiera con la Colombia, venne trovato in possesso di materiale politico e informatico antigovernativo definito “scottante”.

Perché Alberto Trentini era in possesso e diffondeva tale materiale?

Era in Venezuela per ragioni umanitarie o per altri motivi?

Che cosa ci faceva alle frontiere colombiane?

Risulta altresì che Trentini lavorasse per una ONG francese operante in Cambogia per soccorrere le vittime delle mine antiuomo.

Curiosamente però questa ONG non stava operando in Cambogia, ma in Venezuela, e non aveva affatto un nome francese, si chiama “Humanity & Inclusion”.

Quando poi vediamo quali siano i collegamenti di questa strana ONG ci rendiamo contro che – come potete leggere voi stessi sul suo sito https://www.hi-us.org/en/our-partners – i suoi principali sponsor sono gli USA, l’Unione Europea, il Dipartimento di Stato Americano e la famigerata USAID – Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale, titenuta una camera di compensazione della CIA.

Tutti soggetti noti per la comprovata ostilità nei confronti del Governo Venezuelano e le ripetute azioni volte a destabilizzarlo.

L’America Latina è letteralmente invasa da una miriade di ONG che in realtà operano come facciata per il Pentagono e la CIA.

È una presenza perniciosa e particolarmente subdola: si sono appropriati del linguaggio e del gergo della sinistra, parlano di diritti umani e di giustizia sociale, usurpano deliberatamente i simboli e le parole d’ordine progressiste per utilizzarle spregiudicatamente contro i governi non allineati agli USA.

All’interno del mio ultimo libro Nicaragua. Fuoco e Poesia documento come nel 2018 nelle settimane precedenti al golpe contro il Nicaragua Sandinista, decine di milioni di dollari transitarono dagli USA ai golpisti proprio attraverso le ONG, trasformandole di fatto nelle sedi fisiche dell’aggressione imperialista.

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